La diabolica passione del cinema per l’esorcismo

Il film con Russell Crowe è l’ultimo di una serie. All’origine c’è un’antica tradizione di purificazione spirituale che produce storie

Russel Crowe

Russel Crowe

La parola “esorcismo“ nasce da un termine prima greco e poi latino che significa “scongiuro, espulsione, purificazione”. Nel Cristianesimo, come nell’Islam, nell’Ebraismo e in infiniti altri sistemi mitici o religiosi, vige la credenza secondo la quale l’universo è pieno di cose visibili o invisibili, alcune delle quali positive, altre innocue, altre obiettivamente nocive, altre infine volontariamente malvage e mosse da una volontà di nuocere. Si tratta di quelle sostanze che nella nostra tradizione e nel nostro linguaggio si possono definire spirituali. Nelle nostre tradizioni mitologiche, oppure anche nelle fiabe, siamo abituati a questo tipo di esseri che ci sono diventati familiari, anche se non necessariamente riteniamo effettiva la loro esistenza: le fate, gli gnomi, gli elfi... Si tratta in genere di esseri che in qualche modo amano o desiderano il contatto con gli esseri umani: molto spesso per entrare in rapporto con loro o per abitare dentro le loro coscienze.

Non definiamo, nel nostro sistema filosofico, questi esseri come “sovrannaturali”: un termine che nei nostri sistemi monoteistici (Cristianesimo, Ebraismo, Islam) spetta fondamentalmente a Dio. Questi esseri sono “preternaturali“: cioè si tratta di intelligenze create da Dio che dispongono di volontà e di poteri, anche se non di sostanza fisica. Sono quelli che ordinariamente definiamo i “messaggeri divini“. Nella mitologia greco-romana è noto ad esempio il dio Hermes, per i latini Mercurio, il messaggero degli dei. Anche l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam dispongono di tali messaggeri divini: che, con una parola di origine greca, si chiamano “angeli“. Ma a questo riguardo il racconto cristiano-ebraico, confermato anche da quello coranico dei musulmani, distingue tra angeli che, messi da Dio alla prova, dimostrarono fedeltà nei Suoi confronti e altri invece che, fondamentalmente per un peccato di superbia, rifiutarono di aderire al programma dell’ordine universale dal Signore costituito.

Il momento di rottura tra Dio e gli angeli ribelli si ebbe secondo la tradizione cristiana ed ebraica in seguito a un atto di insubordinazione di questi ultimi: i quali rifiutarono di obbedire in tutto a Dio, forti della loro intelligenza e del loro potere che ritenevano, a torto, illimitato. L’Islam introduce al riguardo un racconto diverso, molto ricco di sottili implicazioni psicologiche: la ribellione degli angeli ribelli, o malvagi, si ebbe quando Dio creò l’essere umano. Il carattere privilegiato di questa creatura provocò invidia nel migliore e più elevato tra le creature angeliche: Lucifero, letteralmente “il portatore di Luce“, il quale si sentì offeso e umiliato davanti al fatto che Dio preferisse una creatura così limitata, ignorante, e volgare come uomo alla perfezione dell’angelo.

Nel Cristianesimo e nell’Ebraismo il Diavolo, Satana o Satan, fu appunto il principe degli angeli ribelli sul quale si sono scritti poemi epici (come Il paradiso perduto dell’inglese Milton). Nell’Islam invece il diavolo, Saitan e i suoi seguaci – gli angeli ribelli – non si ribellarono alla volontà divina quanto alla prospettiva che Egli li considerasse inferiori agli uomini.

Nei tre sistemi monoteistici, i diavoli fanno di tutto per indurre l’uomo al peccato e alla rovina, associandolo alla loro disperazione, in quanto scacciati dalla beatitudine della presenza divina.

Da qui il fenomeno che di solito si riferisce ossessione diabolica, che nei casi più gravi può divenire possessione diabolica: un demone s’impadronisce dell’essere umano, gli trasmette alcuni elementi del suo limitato potere, lo obbliga a diventare malvagio come lui o lo soggioga alla sua volontà. Per liberarlo è necessario un rituale di purificazione. Si tratta di un procedimento che può essere molto pericoloso per chi lo mette in atto, ma che di per sé è molto semplice. Si tenga presente che nel Cristianesimo, almeno nelle chiese ortodosse e orientali che hanno mantenuto un sistema gerarchico, il grado di esorcista e le abilità tecniche si apprendono nei primi livelli del cammino iniziatico che si apprende nel sacerdozio.

La purificazione degli spiriti diabolici è considerata abbastanza elementare nella vita liturgica della chiesa. Nel cristianesimo cattolico la demonologia si è particolarmente sviluppata a partire dal XIV secolo, elaborando i temi del patto con il diavolo (già antico), del sabba (tardomedievale e moderno) e della possessione demoniaca. Da qui il successo dei racconti di esorcismo nella letteratura, nel cinema e in tv. Per gli esorcismi è necessaria una preparazione demonologica, che altro non è che una parte dell’angelologia, a sua volta parte della teologia.

Tutto il resto è naturalmente letteratura, a volte divertente, più spesso noiosa o orripilante. Si tenga presente che nelle chiese cristiane il modo migliore per difendersi da queste forze spiritualmente nefaste consiste in una vita interiore semplice, animata dalla fede e lontana da quelle curiosità o da quelle tentazioni che potrebbero aprire le porte a queste evitabili e inquietanti presenze.

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