Martedì 23 Aprile 2024

Festival Venezia 2022, fra Deneuve e Zelensky, la città si commuove

Al via la Mostra del cinema col Leone alla carriera per la diva e l’intervento del presidente ucraino con tutti i nomi dei bambini morti in guerra

Venezia, 31 agosto 2022 - I novant’anni della Mostra del cinema. I 78 di Catherine Deneuve, con il suo Leone d’oro alla carriera. I nomi dei 358 bambini ucraini morti, nella guerra contro quelli che Zelensky, in un intervento video, chiama i "macellai" russi. Questo ieri sera, nella cerimonia di apertura della Mostra del cinema 2022, condotta da Rocio Munoz Morales. In platea, c’è anche Hillary Clinton, apparsa a sorpresa sul red carpet, insieme al ministro italiano della cultura Dario Franceschini.

Catherine Deneuve appare in rosso fiammante. Standing ovation degli oltre mille spettatori della Sala Grande, al Palazzo del cinema, tutti in piedi ad applaudire un pezzo di storia del cinema. E della storia stessa della Mostra: nella sua prima partecipazione, a 24 anni, con Bella di giorno, fece vincere il Leone d’oro a Luis Buñuel. Era il 1967. E la sua interpretazione sensuale, enigmatica, seducente diveInne iconica, per sempre.

"Sono molto orgogliosa e felice di essere qui, di ricevere questo premio che è un omaggio alla mia vita", dice Catherine senza tradire troppa emozione. "Il mio rapporto con Venezia è stato sempre importante: ricordo di avere vinto, qui a Venezia, la Coppa Volpi con Place Vendome, e di essere stata presidente della giuria internazionale. Sono sempre state grandi emozioni. E questo momento è un coronamento della mia vita. Ma non amo pensare al passato: penso al presente, e al futuro, ai film che verranno".

E pochi istanti dopo, mentre gli spettatori ancora applaudono Deneuve, e con lei il Cinema, da quello colorato delle commedie di Jacques Démy a quello surreale di Buñuel, a quello romantico di Truffaut, ecco che in platea si fa buio. Parte il video con Zelensky. Come al festival di Cannes, quando intervenne dopo il presidente della giuria Vincent Lindon, anche qui , il presidente dell’Ucraina irrompe sulla scena, dentro la festa. "La Storia è un film fuori concorso – dice nel suo lungo intervento –. È un soggetto insulso in tre atti creato dai russi, assassini e macellai. I russi vogliono che la gente accetti la guerra, si abitui alla guerra, dimentichi la guerra. Il vostro dovere è non rimanere in silenzio, non voltare le spalle".

Poi, in quelli che sembrano interminabili titoli di coda di un film, scorrono i nomi – uno per uno – di tutti i bambini ucraini morti nella guerra, giunta al suo 189° giorno. I bambini uccisi sono 358, dice l’ultimo cartello. La città di Mariupol è quella che ha offerto il tributo più tragico. "Settemila sono i bambini rapiti. La Russia ha attaccato più di duemila scuole", dice ancora il cartello, su fondo nero. Poi riappare Zelensky e chiude con "Slava Ukrayna", gloria all’Ucraina. Il "corto" di Zelensky ha anche un titolo: Kremlin List, la lista del Cremlino.

Poche ore prima della cerimonia, con i giornalisti, Catherine Deneuve – tornata a recitare, dopo la paura per l’ictus che la aveva colpita nel 2019, fortunatamente senza conseguenze – era apparsa con una bandiera ucraina sulla camicia. "Volevo che ci fosse, sulla mia blouse, ma non voglio fare dichiarazioni, affinché il mio pensiero non sia distorto. Però ogni giorno penso alla tragedia ucraina". Poi, si difende inseguendo la modestia: "Non sono mai stata un sex symbol, non mi sono mai considerata sexy, e non sono mai stata un’icona. Consigli a chi inizia questo mestiere? Nessuno. Ogni storia è particolare, individuale, unica. Io ho avuto solo dalla mia un po’ di fortuna e qualche scelta giusta. Ma recitare, anche dopo sessant’anni, è camminare sul ciglio della montagna, e non sapere mai che cosa accadrà".

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