I Ferragnez e il borgo di Golferenzo: boom di turisti dopo la serie tv

Il sindaco del piccolo centro esulta, ma piovono critiche come già accaduto per la visita dell'influencer agli Uffizi e al Museo Egizio di Torino

Chiara Ferragni e Fedez, protagonisti di una serie tv sulla loro vita (Ansa)

Chiara Ferragni e Fedez, protagonisti di una serie tv sulla loro vita (Ansa)

Diceva Socrate che la felicità è sempre soggetta all’invidia. Ne fa le spese, a questo giro, il sindaco di un piccolo borgo al confine tra Lombardia e Emilia Romagna, Golferenzo, 180 anime nella provincia pavese. La sua colpa? Gioire perché I Ferragnez, al secolo Chiara Ferragni e Fedez, hanno girato qui il promo della serie che li vede protagonisti su Amazon prime.

Apriti cielo, l’esultanza di Claudio Scabini, che ha visto di colpo balzare il suo borgo in cima alle mete più visitate dai turisti, diventa un peccato da lavare con l’ignominia. Ai benpensanti non passa nemmeno per la testa cosa significa per una località fino a ieri sconosciuta essere baciati dalla scia della cometa Ferragni: il bar che si rivitalizza, la locanda che tira il respiro per gli avventori di passaggio, le telecamere delle tivù che fanno circolare il nome, un indotto locale asfittico fino all’altro ieri che all’improvviso s’impenna.

Al sindaco si fa pagare questa ventata di felicità inattesa, condita da un pizzico di narcisismo perché ha preso parte ad alcune scene della serie e attende di vedersi, come tutti, in tv per quel pizzico di celebrità che non si nega a nessuno. Eppure lui, nell’Italia dei mille campanili, si è detto contento non solo per la sua comunità, ma “per tutta la zona che la circonda” perché per raggiungere il borgo bisogna attraversare la val Versa, terra peraltro di vini pregiati.

Certo, non saranno il centro storico o la chiesa di San Nicola a spingere i turisti a Golferenzo, bensì questa insana follia di voler lambire gli stessi luoghi, calcare lo stesso selciato, respirare l’identica aria che hanno respirato i Ferragnez. E allora?

La stessa indignazione era scattata quando Chiara Ferragni, durante un lavoro a Firenze, era andata agli Uffizi accompagnata dal direttore Eike Schimdt e si era fatta immortalare davanti alla Primavera di Botticelli. Scandalo, vergogna, ondata di indignazione. Risultato: il fine settimana successivo si era registrato un incremento del 27% di visitatori under 25. Stesso copione al museo Egizio a Torino. La Ferragni ha accolto l’invito in musica del gruppo ‘Eugenio in via di Gioia’ e si è fatta riprendere tra sarcofagi e papiri.

I puristi della cultura obiettano che non dovrebbe essere una influencer eternamente griffata che fa le dita a V davanti a una tela o alla statua di un faraone a promuovere le bellezze culturali e storiche del Paese, ma se siamo a tanto non è colpa della Ferragni. E non è colpa nemmeno di un sindaco di un minuscolo puntino d’Italia che di colpo si sente di aver vinto al Superenalotto e dice che certe occasioni capitano una volta nella vita.

I tedeschi usano una parola ostica da pronunciare: Schadenfreude. E’ in pratica il piacere provocato dalla sfortuna altrui, una sorta di gioia maligna. I Ferragnez hanno le spalle larghe per sopportarla, forse le ha un po’ meno il sindaco, anche se è titolare di una azienda agricola. Per quel che mi riguarda, se la goda tutta. Sfrutti al massimo questa occasione, basta che Golferenzo non venga rinominato Golferragnez.

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