Femminilità e naturalezza, con echi d’Oriente

di Eva

Desiderio

I l Calendario di Milano Fashion Week, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana presieduta da Carlo Capasa, si conferma autorevole ed eccellente per la capacità di offrire stile, idee, ricerca, novità, conferme rassicuranti, attenzione massima al sostenibile. Così non meraviglia che nella giornata di ieri siano scesi in pista colossi come Emporio Armani, Prada e Max Mara e si sia messa in luce una generazione di talenti sicuri come Luca Lin e Galib Gassanov che firmano Act 01, uno cinese l’altro georgiano, formatisi a Reggio Emilia e fondatori di un brand di cui sentiremo parlare. E infatti Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, ha deciso di sostenerli trasmettendo sul sito della maison romana il loro defilé, e Antonio Quirici, presidente di Cuoio di Toscana, ha offerto sostegno concreto coi materiali.

Colossi in pista: come Giorgio Armani che illumina di pura luce la notte elegantissima in via Bergognone, con scena e passerella a tutto mare. Si apre in bianco e si chiude coi colori delicati di un tramonto d’estate per un Emporio pieno di echi orientali, con capi che rimandano a più culture e a nobili modi di vestire che affondano nella notte dei tempi ma che Giorgio Armani riporta sempre all’oggi.

"Questa collezione esprime un pensiero di libertà e apertura: ho voluto portare nel vestire metropolitano la libertà e la leggerezza del ritorno da un lungo viaggio nel quale si sono accumulate cose e ricordi, e li si mescola nella propria quotidianità. È come portare la vacanza, in città", dice Armani mentre in passerella avanzano fanciulle leggere e leggiadre coi pantaloni alla turca, il nuovo sarong, le giacche abbottonate alla Neru, la gonna pareo, pantaloni sotto la gonna. In prima fila ad ammirare, Margherita Buy, Federica Pellegrini, Valeria Mazza, le gemelle giapponesi famose influencer e musiciste Amy e Aya.

Antro di vita, con tutte le asprezze della vita, quello ricostruito dal regista Nicolas Winding Refn per la collezione Prada, confezionata a quattro mani da Miuccia Prada e Raf Simons, con un gioco a rovescio col guardaroba da notte che influenza quello da giorno. Femminilità fluida ma ruvida questa nuova Prada, incantevole proprio per questo. "Ho rappresentato la varietà dell’umanità", dice Miuccia Prada nel backstage affollatissimo. "I capispalla si chiudono con le mani in un gesto intimo e privato, con tutta l’ispirazione couture anni ’60", le fa eco Raf Simons con la mascherina fissa, naturalmente nera forse per ricordare il suo passato minimalista. Per essere ancora più creativi ecco magnifici accessori, scarpe e borse a tutto colore, e abiti spogli, come decapati, pieni di pieghe mal stirate, orli in distruzione ma tutto sommamente chic. Alla Prada.

Lo stile Riviera risplende sulla passerella di Max Mara che elegge a tessuto principe il lino greggio non tinto e dunque a tutta naturalezza per imponenti pantaloni lunghissimi, le gonne che indossavano Isadora Duncan e Dora Maar, i microtop di maglia fine neri, cappelli a tesa larga e un’aria di donna serafica.

All’Arena la sfilata di Anteprima, che festeggia 30 anni di successo della creatrice giapponese Izumi Ogino, donna raffinatissima, che ha voluto una speciale collaborazione per le stampe degli abiti con l’architetto, scultore e grafico Marcello Morandini.

Sempre più forte e dominatrice la donna di Roberto Cavalli col tocco felice di Fausto Puglisi, sensualità allo zenith per Alberta Ferretti che si conferma regina della leggerezza e della fluidità. Molto belli gli smoking bianchi e neri disegnati a quattro mani da Angela Biani e Sveva Alviti, amiche da 15 anni, per la linea che Sveva Alviti pour Alberto Biani By Night. Elogio delle fantasie e dei caftani di seta per la Double J che rilancia anche lo chemisier di cotone.