Federico Zampaglione: "I miei 'Cerotti' per tutti i graffi del cuore"

Il Tiromancino torna con un brano scritto con Gazzelle. "È il tema musicale del mio nuovo film, tra notti insonni e sentimenti stropicciati"

Federico Zampaglione, cantautore e regista cinematografico

Federico Zampaglione, cantautore e regista cinematografico

Esterno notte. Se iniziare le riprese di un film è sempre abbastanza complicato, in questi tempi pandemici finirle senza intoppi diventa un’impresa. E il "dajee" gridato nel video postato sui social da Federico Zampaglione lo scorso dicembre, dopo l’ultimo ciak di 'Morrison' in una villa con piscina di Formello, ha la carica liberatoria di un momento atteso con trepidazione.

"Ogni giorno c’erano set bloccati dal virus, mentre il nostro, grazie al cielo, andava avanti; anche se col thriller quotidiano del tampone perché un solo positivo avrebbe fermato tutto" spiega il signor Tiromancino, romano, 52 anni, che nell’attesa di questa sua nuova fatica dietro alla macchina da presa manda in radio da domani il singolo 'Cerotti', scritto con Gazzelle e tratto proprio dalla colonna sonora del film. "Eravamo 40-60, abbiamo combattuto a denti stretti. L’ultimo giorno di riprese sono andato in bagno a lavarmi le mani e, vedendomi riflesso sullo specchio, del lavandino mi sono detto: grande Federì, ce l’hai fatta".

Perché su Instagram ha definito questo film "l’esperienza più rock’n’roll della mia vita"?

"Perché c’è tanta musica rock e pure l’atteggiamento dei protagonisti verso il mondo che li circonda è di quel tipo. Rock pure il set che, causa Covid, sembrava per davvero in certi momenti un film nel film. Ma di guerra".

'Morrison' è tratto dal suo romanzo 'Dove tutto è a metà', scritto nel 2017 assieme a Giacomo Gensini. Racconta la storia di due musicisti, Lodo e Libero, sullo sfondo di un locale: il Morrison Café.

"La storia parla di vita, di amicizia, di amore, di sentimenti e, ovviamente, di musica, l’elemento che mette in relazione i mondi dei due protagonisti facendoli incontrare e… scontrare".

Libero, Lodo e sua moglie Luna. C’è una L ricorrente nei suoi personaggi.

"Dev’essere l’influsso di mia figlia Linda (avuta da Claudia Gerini, ndr) che mi porto dietro in tutto quel che faccio; d’altronde è la persona che mi fa svegliare la mattina con una gran voglia di vivere. A 11 anni ama l’arte, la musica, gira film e ha già lavorato sul set di una produzione americana".

Perché 'Cerotti'?

"Perché è una ballata stropicciata e senza filtri... sa di notti insonni e cuori graffiati. Quelli di cui parlo sono cerotti per l’anima, insomma. Il pezzo nasce da un confronto generazionale, che è pure uno dei temi del film. Sono un istintivo che trova le idee delle canzoni nella vita di tutti i giorni".

Nel 2020, ha scritto e diretto pure due cortometraggi horror: 'Bianca' e 'Bianca - Fase 2'. L’ha fatto per ricordare a tutti di essere ancora non solo un cantautore romantico ma anche il cineasta "noir" del grottesco 'Nero bifamiliare' e dei due horror 'Shadow' e 'Tulpa'?

"Dopo un inevitabile periodo di depressione, la voglia di continuare a esistere ha preso il sopravvento. E penso che nei momenti di difficoltà sia compito degli artisti tirare fuori idee capaci di stimolare il pubblico. Quei due corti ambientati durante il lockdown un po’ di paura la fanno, dai; tant’è che a settembre sono stati presentati pure al FrightFest, noto festival horror londinese".

Mina ha appena reinterpretato 'Un tempo piccolo': lei la scrisse nel 2005 per Califano.

"Bella soddisfazione. Pure Tiziano Ferro ha rifatto da poco Non escludo il ritorno, Mahmood Due destini, e Blind, il giovane rapper di X-Factor, Per me è importante. Se pure i ragazzi li vanno a cercare, vuol dire che certi pezzi non sono poi tanto invecchiati".

Mina però è Mina. Se un giorno la chiamasse?

"Per lei farei tutto, dal caffè alle pulizie di casa".

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