Fedeli ai Cccp, Ferretti e Zamboni di nuovo insieme

A Reggio Emilia con una grande mostra a palazzo Magnani partono le iniziative per il quarantennale della band. Mentre tra i fan crescono i rumors sulla reunion

Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti

Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti

Reggio Emilia, 2 maggio – Arte visiva, punk e politica. Ma anche appartenenza, di quella che rimane indelebile sulla pelle, nonostante dissapori e strade al bivio. I Cccp sono stati questo e tanto altro. E dopo litigi, infiniti silenzi e rotture (apparentemente) insanabili, negli ultimi tempi sono arrivati forti i segnali di riavvicinamento.

Ora, che sono i 40 anni di quello storico sodalizio, la celebrazione è servita. L’annuncio ufficiale, che arriverà a breve, è di quelli che lasciano immaginare altri e significativi scenari: hanno scelto la cornice di palazzo Masdoni, storica e magnifica sede del Pci di Reggio Emilia appena recuperata, per dare il lancio a una grande mostra che il prossimo autunno verrà allestita a palazzo Magnani, nel cuore del centro storico reggiano. Una mostra in cui si racconteranno per immagini la storia del gruppo, il suo significato e il valore politico che ha impresso negli anni ’80 (dilagando poi nei ’90 con i Csi).

Ci saranno i reggianissimi Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, che negli ultimi mesi dopo gli annosi dissapori sono comparsi spesso assieme: prima a una serata per promuovere la riedizione del "Libretto rozzo del Cccp e dei Csi”; poi, sempre assieme, hanno partecipato al festival Il rumore del lutto a Parma. Infine la memorabile foto: tutto il nucleo originale dei Cccp – con anche Annarella Giudici, “benemerita soubrette“, e l’ex “artista del popolo“ Fatur – nel backstage del docufilm “Kissing Gorbaciov”, per la regia di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife; una pellicola _ uscita prevista nell’autunno prossimo _ che vuole celebrare quel momento di “scambio culturale“, a cavallo del 1988, in cui i gruppi sovietici vennero a suonare in Italia e i Cccp e i Litfiba vennero mandati a esibirsi alla periferia di Mosca, con Gorbačëv appena eletto.

Così, tra quel post-punk dei Cccp Fedeli alla Linea, il rock alternativo del Consorzio Suonatori Indipendenti e i successivi percorsi artistici, tra sguardi obliqui sulla vita e la politica italiana ed europea – per due che dalla piccola e rossa Reggio Emilia si erano conosciuti nel centro dell’universo, la Berlino Ovest degli anni ’80 – quattro decenni sono passati. Giovanni Lindo Ferretti, 69 anni, vive sulle sue montagne, a Cerreto Alpi, e da «libero cantore» ha da poco dato alle stampe “Óra - difendi conserva prega”; Massimo Zamboni, 66 anni, non smette di partorire arte, fra musica e parole (è appena uscito per la Nave di Teseo il suo libro “Bestiario selvatico”). Intanto si intensificano i rumors di una reunion. E chissà che non avvenga proprio nel magico anno del quarantennale.

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