di Eva Desiderio Andare all’avventura, esplorare nuovi mondi, avere fortuna perché si hanno le giuste intuizioni. È la sintesi più autentica di ciò che accadde a Diego e Andrea Della Valle a metà degli anni Ottanta, durante un viaggio di lavoro in America, quando si imbatterono nei capi dell’azieda made in Usa E.A.- Fay specializzata nel produrre giacconi per i pompieri del Maine. Acquisirono il marchio. Praticità e resistenza e 4 ganci diventati nel giro di un pugno di anni il simbolo di un’eleganza cittadina che traeva origini dallo stile workwear e outdoor. Una storia bella e possibile visto il successo dei Fay nel mondo, di questi giacconi essenziali e riconoscibili. Buoni all’aria aperta perché protettivi e antifreddo, ottimi al lavoro o per il tempo libero. Dal 2019 il brand di proprietà del Gruppo Tod’s ha varato la collezione Fay Archive, andando alle radici del dna del brand, affidando il progetto all’esperienza di Alessandro Squarzi che nel suo archivio privato ha 6mila tra giacche e giacconi sportivi e tanta ispirazione. Per Fay, Squarzi si è rifatto alla robustezza dei giacconi dei pompieri, alle loro maniche larghe che permettono ogni movimento, rivegliando i nuovi Fay Archive con dettagli e tessuti specifichi, nuovi quadri, rifinture moderne. Per il lancio della collezione autunno-inverno 22-23 si è pensato di ambientare la campagna in Alaska con le sue meravigliose asperità. Michele Lupi, responsabile dei progetti speciali di Tod’s e anima del nuovo volto internazionale e sostenibile di Fay Archive, ha chiamato il fotografo James Mollison, inglese nato in Kenya e di base a Venezia, noto per la vividezza e l’originalità con cui interpreta temi sociali e culturali. Ed ecco i quattro protagonisti: Erin, il geologo; Michael, l’allevatore di buoi muschiati; Eben, guardia per gli orsi polari; Alexandra, la comandante di una rompighiaccio. Tutti, tre uomini e una donna, lavorano per una sceltà di libertà all’aria aperta. Dopo avere esplorato le rive del Don in Russia, l’isola di Gotland in Svezia e Lanzarote, dopo Scozia, Islanda e Cile, Fay Archive approda in Alaska. Nessuna finzione, nessuna mega produzione. Lupi e Mollison si muovono leggeri, portando solo l’attrezzatura necessaria e i capi Fay Archive che i tester indosseranno. Proprio lì, Alexandra, Eben, Erin e Michael hanno sperimentato il taglio ’over’ delle giacche, studiato apposta sin dalle origini per garantire la massima libertà di movimento ai pompieri americani. I materiali della collezione sono naturali e più consistenti, per resistere a pioggia, freddo, vento e soprattutto all’usura del tempo. I dettagli distintivi, come il bordo manica in cuoio o il colletto in velluto a coste larghe. E la praticità degli iconici 4 ganci. "Ciò che traspare dalle immagini e dai racconti è l’approccio naturale di ciascuno dei tester. Non chiediamo solo di realizzare foto e video mentre lavorano – racconta Lupi – ma ci conosciamo, entriamo in intimità ascoltando le loro storie o visitando le loro case. Li seguiamo nelle loro giornate, senza alterarne il senso e l’immagine". Ed ecco Alessandra che pilota la sua barca nell’area del Prince William-Sound e indossa in lana tartan rosso e nero col gilet in piuma. Poi Eben, che monitora gli spostamenti degli orsi polari, che testa la giacca 4 ganci Navajo. Il geologo Erin veste una 4 ganci in canvas. E Michael con la sua giacca nella fattoria a Palmer, dove alleva buoi muschiati.