Mercoledì 24 Aprile 2024

Farsi prendere per il collo Un amore chiamato cravatta

Al “Mercanteinfiera“ la mostra dedicata al "più narciso degli accessori". La kermesse di antiquariato, design e modernariato al via oggi a Parma

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di Andrea Bonzi

Nodo semplice, doppio o mezzo Windsor? Sembra facile scegliere come annodarsi la cravatta, ma non lo è. Lo svedese Mikael Vejdemo-Johansson – grazie a complessi modelli matematici – è arrivato a stabilire ben 177mila modi diversi. Sarà difficile provarli tutti a Mercanteinfiera, l’appuntamento di antiquariato, design d’autore, modernariato e collezionismo vintage che apre oggi a Fiere di Parma. E che, quest’anno, dedica una delle due mostre proprio alla cravatta, definita La spina dorsale dell’uomo. L’esposizione ripercorre la storia del "più narciso degli accessori" attraverso 40 pezzi da collezione, ognuno con la propria storia da raccontare: disegni, bozzetti, messe in carta jacquard, fustelle e naturalmente cravatte di fogge e dimensioni diverse.

Di cravatte si comincia a parlare nel XIV secolo, con una ballata del poeta francese Eustache Deschamps dal titolo Faite restraindre sa cravate; l’accessorio rientra poi nel primo trattato sulla storia della moda di Cesare Vecellio, De gli habiti antichi et moderni di diversi parti del mondo pubblicato nel 1590 a Venezia. Uno dei più entusiasti seguaci della moda della cravatta fu Luigi XIV (1638-1715). Il Re Sole contribuì alla sua diffusione tra le corti e aristocrazie di mezza Europa, ma soprattutto istituzionalizzò la figura del "cravattaio", che aveva il compito di porgere ogni mattina a sua maestà un vassoio carico di cravatte adorne di nastri colorati e di annodare la prescelta in modo impeccabile al sovrano. Inoltre, pare che la facesse indossare all’amante Louise de La Vallière, allargandone così l’uso anche alle donne (chissà se Victoria dei Maneskin, che ha rilanciato la cravatta ‘rosa’, conosce questa storia…).

Spesso derivata da una variazioneevoluzione della sciarpa, la cravatta sopravvive alla Rivoluzione Francese e al rigore imposto dall’impero di Napoleone. Imponendosi anche al di là della Manica: Lord Brummel (1778-1840), il re dei dandy inglesi, passava anche 6 ore alla toeletta: cardine della sua eleganza era naturalmente la cravatta. La cui versione moderna, chiamata régate perché usata a bordo degli yacht, appare infine verso la metà dell’800. Tra i personaggi che non potevano farne a meno, l’avvocato Gianni Agnelli e l’armatore Aristotele Onassis (a cui, peraltro, è dedicato il nodo che porta il suo cognome). In Italia, due scuole: quella milanese, che propende per colori classici, e quella partenopea, con tinte sgargianti.

E se alla moda preferite i videogame vintage, Mercanteinfiera, aperta fino al 10 ottobre, ha una seconda collaterale dedicata. I “giochi elettronici“, come si diceva una volta sono diventati anche oggetti da collezione: ci sarà anche il Virtual Boy di Nintendo, uno delle console (poco) portatili più rare di sempre, e sarà possibile provare vecchie glorie videoludiche come l’Atari 2600, il Commodore 64 e l’Amiga 500. Queste, le due novità 2021 del Mercanteinfiera, senza dimenticare la classica mostra mercato, su una superficie di oltre 40mila metri, con quattro secoli di storia dell’arte attraverso oggetti iconici del design d’autore, della moda vintage, del gioiello antico e dell’orologeria.

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