Mercoledì 24 Aprile 2024

Fare paura a chi fa paura

Giovanni

Morandi

Che cosa mancava in questi anni al quarto potere per fare il cane da guardia? Probabilmente un potere che valesse la pena di essere addentato. Così il cane era diventato grasso e docile. Non faceva più paura. Ma questi anni, proprio per il loro grigiore, hanno dimostrato che il cane da guardia serve. È stato un periodo di transizione, che ha visto uscire di scena generazioni di giornalisti rottamati e divenuti incompatibili con le nuove tecnologie. Ma soprattutto in questi anni è mancata una buona causa, che ora è arrivata con la guerra. E d’incanto i giornalisti sono tornati, e li abbiamo rivisti nelle città distrutte, tra i profughi, sotto le bombe, ovunque ci fossero storie che dovevano essere raccontate. E abbiamo visto quanto scomodi continuino ad essere giudicati da quei poteri che come sempre preferiscono agire nel buio e fanno la guerra senza neppure dichiararla, anzi, peggio, pretendendo di non mostrarla, ordinano il silenzio, vietano di sperare. Cinquant’anni fa due cronisti cominciarono a seguire un fatterello di cronaca nera (una porta forzata) che diventò un terremoto, travolse il presidente Nixon nello scandalo Watergate e lo costrinse a dimettersi. Un caso che a confronto con quel che accade oggi è cosa da nulla. Eppure quei due cronisti anonimi ma testardi del Washington Post diventarono modello per generazioni di giornalisti che cercarono di fare come loro. Sono i grandi fatti, le buone cause che tengono in vita questo mestiere. E questa guerra è una buona causa per aspettarci che faccia crescere giornalisti che abbiano voglia di vedere, di raccontare, di sfidare, di mordere. Di far paura a chi fa paura.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro