Giovedì 18 Aprile 2024

Evoluzione: il DNA dell'uomo moderno? Meno del 7% è davvero suo

I calcoli di un computer rivelano che il genoma dell'Homo sapiens è unico solo in minima parte per via degli incroci con altre specie

Evoluzione dell'Homo Sapiens

Evoluzione dell'Homo Sapiens

Unico rappresentante vivente del genere Homo, l'essere umano moderno (Homo sapiens) è il risultato di un cammino evolutivo lungo e articolato. Capire cosa lo abbia reso quello che è oggi e in che modo si sia diversificato da altri tipi di ominidi è una sfida che impegna la scienza da tempo, chiamando in causa varie discipline. A tale proposito, uno studio da poco pubblicato su Science Advances ha utilizzato un approccio computazionale per scoprire che solo una piccolissima frazione del nostro genoma è davvero unica. Il resto del DNA proviene da parenti ormai estinti, come l'uomo di Neanderthal e l'uomo di Denisova.

L'evoluzione dell'Homo Sapiens

La premessa su cui si basa il lavoro dell'Università della California a Santa Cruz è che l'uomo moderno, nell'accezione scientifica del termine, non è nato da un giorno all'altro, ma è stato plasmato da ondate multiple di mutazioni, che si sono susseguite nel corso di centinaia di migliaia di anni. Per ricostruire la storia evolutiva del nostro genoma, i ricercatori hanno sviluppato un algoritmo chiamato SARGE (Speedy Ancestral Recombination Graph Estimator), che ha messo a confronto 279 genomi odierni con due di Neanderthal e uno di Denisova. L'analisi ha così permesso di stimare che il "copyright" dell'Homo sapiens è presente in modo esclusivo su una percentuale molto bassa del proprio DNA, che va dall'1,5 al 7%. Il restante patrimonio genetico è invece in comune con i Neanderthal e i Denisova, che prima di estinguersi si sono incrociati con gli antenati degli uomini moderni, dando vita a un significativo meltin pot.

Chi siamo, da dove veniamo

SARGE ha anche identificato due principali ondate di mutazioni, una avvenuta circa 600.000 anni fa e l'altra circa 200.000 anni fa. Secondo gli autori, i geni che sembrano essere unicamente di marca sapiens riguarderebbero lo sviluppo di alcune aree del sistema nervoso centrale e un particolare processo (detto splicing) dell'RNA messaggero, la molecola che serve per produrre le proteine. Entrambi gli aspetti saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, per chiarire meglio quale sia stato il loro impatto pratico sull'evoluzione della nostra specie. Per il futuro i ricercatori confidano inoltre di usare gli strumenti di cui dispongono per condurre analisi genetiche ancora più dettagliate, che coinvolgano altri fossili di ominidi. L'obiettivo è raccogliere nuovi indizi sul nostro passato, che aiutino a spiegare quali sono i segreti della nostra identità presente.

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