Venerdì 13 Giugno 2025
CRISTIANA MARIANI
Eurovision

Eurovision, le proteste contro Israele non cambieranno il televoto. “Ma ne parleremo”

Il direttore Martin Green è possibilista, ma non troppo: “Valuteremo azioni per fare in modo che il nostro sistema rimanga a prova di errore”

Martin Green, direttore dell'Eurovision Song Contest

Martin Green, direttore dell'Eurovision Song Contest

Il gioco è mio e lo gestisco io. Sembra un po’ questo il refrain ormai tipico di Ebu, ovvero quell’European Broadcasting Union che ogni anno organizza l’Eurovision Song Contest. Un refrain che torna, di fatto, nella lettera diffusa dal direttore dell’Eurovision Martin Green in questi giorni così caldi per il dibattito internazionale in merito al televoto durante la manifestazione musicale più seguita d’Europa. Un sistema che le tv pubbliche di Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Islanda e Finlandia hanno aspramente criticato dopo l’exploit di voti da parte del pubblico ottenuto da Israele. Un sistema che, però, è destinato a non cambiare.

“Il sistema di voto di Eurovision Song Contest include diversi livelli di sicurezza e un insieme completo di regole per garantire la validità del risultato. Il nostro partner per il voto, Once Germany GmbH, utilizza sistemi ridondanti e piattaforme multiple per garantire la corretta trasmissione dei voti al sistema centrale - spiega il direttore Martin Green in una lettera aperta -. Per l'Eurovision Song Contest vengono utilizzati sistemi appositamente progettati per monitorare e prevenire le frodi. Inoltre, oltre 60 persone a Colonia e diverse altre a Vienna e Amsterdam monitorano il processo di voto in ciascun Paese e mantengono contatti diretti con i partner di telecomunicazioni e radiodiffusione a livello globale. Ey, ente indipendente di monitoraggio della conformità, supervisiona e autentica i risultati. Ogni decisione relativa ai risultati viene documentata e valutata. L'intero processo, incluso il calcolo dei risultati della piattaforma e i risultati delle votazioni, viene esaminato e verificato attentamente da Ey”.

“Tutte le votazioni del pubblico, siano esse effettuate tramite sms, chiamate o online, dimostrano la scelta da parte delle comunità di credere o non credere in determinati concorrenti. Questo può essere dovuto a molteplici ragioni, tra cui caratteristiche personali, retroscena, affiliazioni geografiche e attualità. Storicamente, l'Esc è stato aperto a questo aspetto tanto quanto altri concorsi canori, musicali e reality show - aggiunge il direttore di Eurovision Song Contest -. Un altro esempio è il numero di voti che consentiamo a persona: 20 per metodo di pagamento. Questo è stato progettato per garantire che il pubblico di tutte le età possa votare per più di una delle proprie canzoni preferite e non ci sono prove attuali che ciò influisca in modo sproporzionato sul risultato finale, ma la domanda è stata posta e quindi la esamineremo. Ogni anno, il Gruppo di Riferimento per il Concorso, che comprende rappresentanti dei nostri organi e agisce per loro conto, analizza i dati forniti dal nostro partner di voto Once per formulare raccomandazioni su eventuali azioni da intraprendere per garantire che le nostre regole e i nostri sistemi rimangano a prova di errore e tengano conto di fattori esterni contemporanei, come i progressi tecnologici e le influenze esterne. Questo processo si svolgerà come di consueto a giugno di quest'anno”.

Quindi non una totale chiusura alla revisione, ma comunque un ragionamento che fa capire che di certo non avverrà una rivoluzione.