Domenica 22 Giugno 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

Eurovision 2025, più politica che pop. Grande Corsi: la dolcezza di un alieno

Il verdetto consacra al primo posto l’Austria; Israele, seconda per il televoto, lancia accuse di antisemitismo

Il verdetto consacra al primo posto l’Austria; Israele, seconda per il televoto, lancia accuse di antisemitismo

Il verdetto consacra al primo posto l’Austria; Israele, seconda per il televoto, lancia accuse di antisemitismo

E venne il giorno di JJ. Dopo il trionfo nella bollente notte di Basilea, il mondo della canzone s’interroga sul futuro di Johannes Pietsch, il 23enne contralto viennese di origini filippine in bilico tra opera e pop che l’altra sera sul palco della St. Jackobshalle ha alzato al cielo il microfono di cristallo dell’Eurovision Song Contest riportando dopo 11 anni (e 10 edizioni) il trofeo in riva al Danubio. Primo con 436 punti, JJ s’è lasciato alle spalle l’israeliana Yuval Raphael (357), l’estone Tommy Cash (356) e i favoritissimi svedesi KAJ (321), dati dai bookmaker felici e vincenti fino al verdetto finale. Scivolone quest’ultimo accolto senza drammi in patria, visto che ritrovarsi rappresentati lo scorso anno dai norvegesi Marcus & Martinus e questo da un trio finnico qualche mal di pancia a Stoccolma e dintorni aveva finito per alimentarlo. Quinto in classifica Lucio Corsi con 256 voti (156 dalle giurie specializzate e i rimanenti 97 dal televoto). Successo inatteso anche per il fatto che con Volevo essere un duro Corsi è il concorrente che ha incassato più “12 punti” dopo il vincitore, ottenendo il massimo da Croazia, Georgia, Portogallo, San Marino, Slovenia e Svizzera.

Sabato sera la finalissima di questa 69ª edizione dell’Eurovision ha incollato alla diretta di Raiuno 4.756.000 spettatori, con uno share del 33.9%. Non il 36% dello scorso anno, ma è comunque gran risultato, che evidenzia la presenza di un pubblico cresciuto edizione dopo edizione e fidelizzato dagli ottimi risultati conseguiti in questi anni. La conferma che il link Sanremo-Eurosong funziona benissimo e che (magistratura permettendo, visto il giudizio pendente sul bando di gara) sarebbe suicida per entrambe le manifestazioni crearne una ad hoc, come ipotizzato in alcuni ambienti, per selezionare il concorrente italiano da mandare in Europa. Che la proposta sia fortemente melodica come quella de Il Volo (3° posto a Vienna), pop come quella di Gabbani (6° a Kiev), Meta & Moro (5° a Lisbona) o Mengoni (4° a Liverpool), urban come quella di Mahmood (2° a Tel Aviv da solo e 6° a Torino con Blanco), rock come quella dei Måneskin (1° a Rotterdam) o cantautorale come quella di Corsi, il verdetto dell’Ariston si conferma attrattivo anche per il popolo dell’Esc visto che da otto edizioni l’Italia rimane orgogliosamente in Top10, legittimando addirittura qualche alzata di sopracciglio se Angelina Mango di piazza “solo” 7ª su 25 concorrenti come accaduto lo scorso anno a Malmö. In 50 partecipazioni l’Italia s’è classificata tra i primi dieci 39 volte. Un’enormità. Meno esaltante sabato sera la performance della nostra giuria nazionale, invaghita delle britanniche Remember Monday (19° posto) a cui ha consegnato gli ambitissimi “12 points” per bocca di Topo Gigio.

Il prossimo anno tutti a Vienna, quindi, anche se a Basilea il giorno dopo è stato segnato dalle recriminazioni della tv di stato israeliana Kan, che ha bollato come “antisemite” le giurie dell’Eurovision per aver zavorrato la corsa verso la gloria della propria rappresentante, trionfatrice incece al televoto. Questo a riprova che la politica occupa un posto sempre più decisivo in questa kermesse e che, a fronte della guerra di Gaza, la posizione di Tel Aviv sia diventata una questione centrale financo all’Eurovision.

A confermarlo pure il fatto che la città di Malmö si sia sfilata dal novero delle città disposte a ospitare l’edizione 2026 in caso di vittoria della Svezia per il buco aperto nei bilanci lo scorso anno dai 2,5 milioni di euro spesi in sicurezza per arginare le proteste pro-Pal e l’indiscrezione secondo cui l’Unione europea di radiodiffusione, organizzatrice dell’evento, starebbe valutando la possibilità di non rinnovare il contratto col suo main sponsor, l’azienda cosmetica israeliana Maroccanoil.