Sabato 20 Aprile 2024

Erin Doom "Basta timidezza Ecco il mio volto"

La scrittrice più venduta in Italia si svela da Fazio "Perché l’anonimato? Sono schiva e introversa".

di Silvia Gigli

Una giovane bionda con una punta di ramato, con i capelli lunghi e boccoli, le guance po’ arrossate per l’emozione. Indossa un blaser azzurro su pantaloni dello stesso colore. È alta, bella, nemmeno trentenne – compirà gli anni domani – e molto, molto emozionata. Nonostante abbia già rilasciato altre interviste, questa è l’intervista più importante perché la svela al mondo. Matilde sorride nervosa a Fabio Fazio. È lei la Elena Ferrante della Generazione TikTok, perché è Erin Doom, la scrittrice misteriosa più venduta in Italia nel 2022, con 500mila copie per Fabbricante di lacrime (rimanendo in classifica per 100 settimane e raggiungendo 100 ristampe) e 200mila per il secondo romanzo, Nel modo in cui cade la neve. Ieri sera a Che Tempo Che fa – dove Fazio è accolto dall’ovazione del pubblico dopo l’ufficializzazione dell’addio alla Rai – Matilde-Erin, emiliana (ma adesso vive in un’altra regione) e laureata in legge, spiega il perché del suo anonimato durato così a lungo: "Sono sempre stata una persona introversa, molto schiva e ho scelto l’anonimato perché è più adatto alla mia indole. Con il passare del tempo, però, sentivo che mi stavo perdendo qualcosa". Sul suo cognome, sulla città di nascita e su quella in cui vive, anche in tv continua a mantenere il riserbo. Ora il Fabbricante di lacrime diventerà un film di Alessandro Genovese: "Sono stata sul set, ma ero ufficialmente solo una stagista della casa editrice", racconta a Fazio, prentando poi il suo terzo libro, Stigma, edito come tutti gli altri da Magazzini Salani, in uscita domani, primo capitolo di una saga. "Il libro nasce molti anni fa e ruota intorno a dei valori importanti: amore, amicizia e legami familiari", spiega la scrittrice. Che aggiunge: "Vorrei ringraziare tantissimo i miei lettori che si sono fidati di quello che ho scritto per tanto tempo anche se non mi hanno mai visto".

Matilde racconta anche che lo scorso anno è stata al Salone del Libro di Torino per seguire un evento a lei dedicato: "Avevo scritto una lettera apposta, ma il personale della sicurezza non mi ha fatto entrare, perché era tutto pieno. Non sono riuscita neppure a entrare in un evento in cui si parlava di me. La sala era piena e mi hanno mandata via".

Come ha scelto il suo pseudonimo? "Erin è un nome di origine

irlandese che richiama i concetti di libertà, natura, spazi aperti. Doom mi piaceva per l’ambivalenza, perché in inglese vuol dire destino e condanna, e ogni cosa, a seconda di come noi ce la viviamo, ha un’accezione negativa e positiva". Anche i genitori hanno scoperto tardi la verità: "Ho studiato legge e ho iniziato a scrivere durante l’università. Di giorno studiavo e la notte scrivevo al computer, ma loro pensavano che stessi semprestudiando. Ora finalmente i miei non devono più mantenere il segreto: lo sanno solo la mia famiglia e le mie più care amiche, sette persone in tutto". Ora che si è svelata al pubblico non cambierà il suo nome de plume. Continuerà a firmarsi Erin Doom. Presenterà Stigma in un breve tuor, al via domani alle 17.30 al The Space Cinema Odeon a Milano. "È un momento che aspettavo da tanto. Lo svelamento significa presenza: finalmente potrò guardare negli occhi chi mi legge. Dire: ci sono. Ma ho anche tanti timori. Del resto ci vuole coraggio ad essere sé stessi".

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