Perché è meglio evitare di usare gli emoji sul lavoro

Uno studio sostiene che chi usa faccine e simboli grafici nelle comunicazioni di lavoro viene percepito come meno autorevole e potente

Attenzione a lasciarsi scappare gli emoji con colleghi e superiori

Attenzione a lasciarsi scappare gli emoji con colleghi e superiori

Gli emoji sono ormai di uso così comune che infiliamo faccine, pollici in su e cuori nei nostri messaggi senza nemmeno farci più caso. Ma se in gran parte dei contesti non è un problema, in altri può rivelarsi controproducente. In particolare sul lavoro, avvertono i ricercatori dell'Università di Tel Aviv e dell'Università della California a San Diego: le persone che impiegano gli emoji nelle email oppure nel loro profilo su Zoom rischiano di essere percepite come meno autorevoli e potenti, rispetto a quelle che invece usano solo le parole. Insomma, meglio pensarci due volte prima di inserirli in una comunicazione aziendale o con i colleghi, se si vuole mantenere una certa reputazione. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti coinvolgendo centinaia di partecipanti. Tutte variazioni sul tema: come reagiamo di fronte a persone che impiegano o che si identificano con simboli pittografici (appunto gli emoji ma anche loghi e altri "disegnini"). In uno di essi i partecipanti dovevano immaginare di trovarsi al ritiro aziendale della società fittizia Lotus, e di interagire con una dipendente che indossava una maglietta con la scritta del nome della società, oppure con una dipendente che indossava una maglietta solo con il logo. I partecipanti hanno riconosciuto alla prima un potere maggiore rispetto alla seconda. Altro scenario: i partecipanti si univano a una videoconferenza su Zoom con due persone, una che si presentava con un profilo scritto, l'altra invece con profilo contenente immagini. Era loro richiesto di scegliere uno di questi due candidati, per rappresentarli a un gioco competitivo che avrebbe coinvolto figure di alto profilo. Il 62% ha scelto il candidato con il profilo scritto, a discapito del candidato con le immagini. Perché i messaggi visuali sminuirebbero la percezione dell'autorevolezza e del potere di chi li utilizza? Per i ricercatori il punto è che i simboli pittografici vengono spesso interpretati come un segnale che indica il desiderio di una vicinanza sociale, una "debolezza" a cui le persone in una posizione di potere cedono di rado. "Di conseguenza, dare il segnale che stai cercando una vicinanza sociale vuol dire sostanzialmente dare il segnale che sei meno potente", dice una delle autrici, Elinor Amit; "Va notato che questo tipo di segnale di solito è irrilevante nelle relazioni strette, ad esempio nelle comunicazioni con i familiari. Tuttavia in molti ambiti della nostra vita, specialmente sul lavoro e negli affari, prevalgono i rapporti di potere e dovremmo essere consapevoli dell'impressione che i nostri messaggi suscitano in chi li riceve". In questi contesti le immagini e le parole non sono interscambiabili e bisogna scegliere con attenzione quali usare. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Organizational Behavior and Human Decision Processes.

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