
Emma ricomincia da Emma, con una consapevolezza in più. Quella che, dopo mesi non sempre facili, gli porge il nuovo album Souvenir, da oggi in circolazione con nove canzoni, in cui trova la complicità pure di Lazza e Tony Effe, che “Miss Brown” presenterà dal vivo il 10 novembre al Vox Club di Nonantola, per poi proseguire alla volta di altre sette città, tra cui il Milano (26, 27 e 29 novembre ai Magazzini Generali) e Firenze (21 e 22 dicembre al Viper Club). Prima, però, l’apertura di un negozio dedicato, un “flagship store” presso la libreria Mondadori Duomo di Milano attivo fino al 21 ottobre.
Emma, lei è quella del “non volevo diventare una cantante, ma una cantante famosa”. La fama, però, ha un prezzo.
"Mi piacciono le persone ambiziose, quelle che per sfamare il loro mostro non s’accontentano mai e si fanno in quattro nel continuo tentativo di migliorarsi. E cercare di affrontare la vita con animo un po’ più leggero fa parte del processo. Questo disco, ad esempio, è nato da un flusso di coscienza che mi ha tolto tanti pesi, spingendomi pure a divertirmi. Entrare in studio dopo la scomparsa di mio padre, infatti, è stato emotivamente forte. Ma, conoscendomi, se non avessi fatto così sarei rimasta a letto a guardare il soffitto e a piangere. In realtà vedo Souvenir come un disco in due parti: ora pubblico la prima, ma non vedo l’ora di mettere mano alla seconda".
S’è perdonata di non essere stata accanto a suo padre Rosario nel momento dell’addio?
"No, non me lo perdono. Credo, però, che sia stato lui a non volermi accanto, sapendo che non avrei retto. Davanti ai miei tentennamenti nel partire per Roma, dove mi attendevano le ultime fasi della lavorazione del documentario ‘Sbagliata ascendente Leone’, m’ha fatto capire che se fossi rimasta l’avrei ammazzato due volte. In cuor suo sapeva che quello era il nostro ultimo incontro e m’ha salutata dicendo: ricordati che ogni lasciata è persa".
Lei ha un personaggio molto forte. A volte un po’ ingombrante per la cantante?
"Convivo bene con le mie anime perché senza una delle due non sarei Emma. E ho smesso di preoccuparmi di come vengo percepita, perché non intendo vivere cercando di accontentare gli altri passando dall’empatia al calcolo".
In estate ha avuto la sua hit da alta classifica, ‘Taxi sulla luna’ con Tony Effe, quello che al tempo della Dark Polo Gang cantava "La tua tipa tra i miei seguaci (ops!) mi vede e dopo apre le gambe, la sc**o e poi si mette a piangere". Non è un filino troppo per una paladina della condizione femminile come lei?
"Le battaglie che conduco parlano per me. Tony Effe non me lo sono sposata e debbo dire che durante le registrazioni mi ha trattata da principessa. Non mi va di ghettizzare una persona per il suo passato. E poi una certa crudezza è la cifra della trap. Vorrei ricordare al proposito che la maggior parte degli altri rapper non è che vanti poi testi da Manuale delle Giovani Marmotte".
L’hanno sorpresa gli insulti sessisti di alcuni militanti Cgil alla Presidente del Consiglio, poi condannati da Landini?
"Soprattutto sul sociale, sulla famiglia, sull’omosessualità sono molto lontana dal pensiero della premier. Ma da donna mi spiace per quanto accaduto. Il fatto che io non condivida le sue idee, infatti, non mi mette nella posizione di non rispettarla o di offenderla".
Quel 24 maggio 2024 segnato in rosso sul calendario le mette ansia.
"Prima di essere femminista sono femmina e quindi, no. Anzi, sì. Anche se faccio di tutto per arrivare serena a questi miei benedetti quarant’anni. Mi sento molto più giovane e fresca di quanto la gente si immagini".
Dopo Vasco Rossi, da chi vorrebbe una canzone?
"Post Malone. Anzi no, Bad Bunny. Tanto per dare ragione a chi dice che rinnego il mio femminismo".
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