
Una passione artistica e sentimentale che svela il mondo dell’opera del tardo ’800
Amato Francesco, carissimo amato Francesco, mio amato Angelo, amato amico, carissimo santo amico, amato mio secondo padre, mio caro povero angelo… Non sto scrivendo al fidanzato: sono gli appellativi che una cantante ventunenne, Emma Nevada, rivolgeva per lettera a Francesco Florimo (1800-1888), storiografo e archivista- bibliotecario del Conservatorio di Napoli: costui di anni ne aveva sessanta in più. Il vero nome di lei era Emma Corinna Wixom (1859-1940): americana, soprano leggero (toccava il Fa sovracuto), cantava fin da bambinetta. Studiando sodo, diventò un’artista apprezzata. Cantò ruoli famosi, in Italia e all’estero: La sonnambula, I puritani, Lakmé, Lucia di Lammermoor, La perle du Brésil (Félicien David).
Queste Lettere a Francesco Florimo (1881-1884) vengono in luce a cura di Fabiola Carlino, docente di Storia della musica nei Licei; prefazione di Fabrizio Della Seta, un big degli studi belliniani e verdiani. Possediamo solo le missive di Emma, non quelle di Florimo. La scrittura è romanticamente esaltata, eccitata, in linea con lo stile letterario coevo. Non pare però che il rapporto sia mai passato per le lenzuola. Imbarazzato, ma sotto sotto flatté, l’anziano bibliotecario conservò le lettere ma non le volle far conoscere. Dalle parole di lei intuiamo qualche reazione di lui. Mentore fidato, maestro attentissimo, non apprezza che lei lo accomuni "agli amici che mi amano come te". Disperata, lei controbatte al velato rimprovero: "Non ho nessuno al mondo che mi ami come te", "ti amo, come ti ho amato sempre, se tu mi credi fredda non è colpa mia…". E ancora: "perché almeno non esprimere i nostri sentimenti veri nelle lettere, almeno nelle lettere…?". Il legame poggia su una forte base artistica e sentimentale, ossia la comune passione per Vincenzo Bellini, di cui Florimo, suo coetaneo, era stato compagno di studi, amico, confidente. Emma e Francesco riversano la devozione per il musicista catanese in una love story intellettuale e romantica.
Prossima presentazione del volume venerdì 27 giugno alle ore 20 nel salotto culturale di Maurizio Morello, artista lirico del Teatro San Carlo di Napoli. L’incontro, alla presenza della curatrice, si terrà presso Palazzo Maria Annina a San Pietro in Lama, in provincia di Lecce.
Per noi, queste lettere hanno la loro importanza: affiorano dettagli sulla vita teatrale, le dinamiche sociali, le sfide affrontate dai cantanti del tardo Ottocento; aprono uno spiraglio sulle relazioni professionali e personali che si instauravano nel mondo musicale. In più prospettano anche una vera, seppur curiosa, forma d’amore. Un innamoramento ideale, costruito giorno per giorno, spesso da lontano, nutrito di letteratura, melodramma, viaggi, pettegolezzi, teatri, applausi. Ma è forse meno vero, quest’amore, di quello sensuale, carnale? Ce ne dovremmo meravigliare? Giuseppina La Face