Venerdì 20 Giugno 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

Elodie & Dua Lipa. Effetti speciali da “Girl power“

Esibizioni in parallelo nel weekend milanese. L’italiana è inclusiva, l’altra canta Raffaella Carrà. .

Esibizioni in parallelo nel weekend milanese. L’italiana è inclusiva, l’altra canta Raffaella Carrà. .

Esibizioni in parallelo nel weekend milanese. L’italiana è inclusiva, l’altra canta Raffaella Carrà. .

Calendari incrociati lo scorso weekend sotto la luna di San Siro per Dua Lipa ed Elodie, in scena rispettivamente all’Ippodromo Snai La Maura e al Meazza a 24 ore di distanza una dall’altra. Anzi contemporaneamente, visto che sabato sera la liturgia officiata dalla diva londinese di origini albanesi davanti ai 70 mila dell’I-Days Festival si sovrapponeva alla prova generale di “Elo” tra gli spalti della Scala del Calcio, distante solo un paio di chilometri.

Il ritorno di un “girl power” promettente per i destini della lunga estate pop milanese. L’eroina di Houdini è andata sul sicuro, forte dell’esperienza accumulata in otto mesi di concerti, in attesa dell’esame di Wembley, inteso come stadio, dove debutta fra un paio di settimane. Il suo Radical Optimism Tour conta su una scenografia elegante, caratterizzata da una specie di ponte centrale che grazie ai giochi di schermi sospende i suoi spostamenti del cuore ora su scogli e cascate ora su antri infernali, carezzando gli animi del pubblico che ha davanti con un omaggio speciale, andato a Raffaella Carrà, con una versione di A far l’amore comincia tu infilatale forse fra i ricordi di questo strano paese dalle immagini caricaturali e sognanti de La grande bellezza di Paolo Sorrentino.

Decisamente più azzardata la scommessa di Elodie, di scena in una cornice fuori dalla sua attuale portata come il Meazza. Alla fine, l’attrice, modella, conduttrice, calendar girl, cantante romana è riuscita a limitare i danni richiamando, assicura l’organizzazione, 45mila fan. Quindicimila in meno della piena capienza, ma tanti davanti a una prevendita in affanno; aiutata poco dall’uscita dell’ultimo album Mi ami mi odi, ma un po’ più dai biglietti svenduti a 10 euro su link opachi spuntati negli ultimi giorni con immaginabile piacere di quanti ne avevano sborsati 50 su quelli ufficiali senza battere ciglio. Ma fa niente, c’erano le telecamere di Canale 5, che trasmetterà l’evento prossimamente, e per alcuni il fine deve aver evidentemente giustificato i mezzi. Stesso copione per i biglietti della replica di giovedì al Maradona di Napoli. Anche senza tv.

Eleganti, comunque, scenografia, grafiche e costumi, un po’ ripetitive le coreografie, ispirate nella parte iniziale dello show a quelle nell’acqua create nove anni fa da Es Devlin per il Formation World Tour di Beyoncé.

Brava Elodie, concentratissima sul da farsi e un po’ meno a creare empatia con gli spalti nonostante le presenze in scena di un Achille Lauro con cui ha condiviso, come a Sanremo, le suggestioni alla Berté di Folle città e dell’inevitabile Rolls Royce, di Gianna Nannini (America) e, durante i bis, di Gaia (Ciclone e Chiamo io chiami tu). Superfluo il dj set di un’anemica Nina Kraviz, più carico di pathos il messaggio di inclusività mandato coi video in bianco e nero e la presenza in scena durante Andromeda della drag Ambrosia, così come la bandiera palestinese sventolata sotto ai riflettori nel finale, anche se col rischio di banalizzazione del messaggio insito nella tutina di pelle, gli stivaloni e la cascata di coriandoli.

Andrea Spinelli