"A cena con Eco, che incubo i suoi quiz". I 90 anni del prof tra giochi e filosofia

L’anniversario: Elisabetta Sgarbi ricorda l’uomo, l’intellettuale e ripubblica il suo saggio d’esordio

Umberto Eco (Fotoschicchi)

Umberto Eco (Fotoschicchi)

Bologna, 4 gennaio 2022 - Mercoledì, 5 gennaio, Umberto Eco avrebbe compiuto 90 anni. E per ricordarlo La nave di Teseo, la casa editrice di cui lui era stato co-fondatore, pubblica (uscita venerdì 7) quel Filosofi in libertà che era stato il suo primo libro. Scritto nel ‘58 con lo pseudonimo di Dedalus, il libro è una sorta di Bignami della storia della filosofia in forma di filastrocca accompagnato talvolta da sapide vignette dell’autore. Ne parliamo con Elisabetta Sgarbi, direttore generale de La nave di Teseo che con il Professore ha condiviso un lungo cammino culturale.

Come mai per celebrare questa ricorrenza è stato scelto di pubblicare proprio il suo primo libro? "Con Mario Andreose e con i suoi figli e sua moglie Renate, cerchiamo non solo di recuperare il catalogo di Eco e portarlo nella casa editrice da lui, con noi, fondata ma cerchiamo anche di continuare a scoprirlo e fare scoprire ai lettori aspetti magari meno noti. Abbiamo iniziato con la ripubblicazione di una sua conferenza, tenuta negli Stati Uniti, nel 1995: ne abbiamo vendute centomila copie. A maggio pubblicheremo un volume di oltre mille pagine, con molti inediti, curato da Vincenzo Trione, che ha raccolto gli scritti di Umberto dedicati all’arte. Venerdì, insieme al nuovo romanzo di Michel Houellebecq, uscirà appunto questo divertissement . È la sua anima giocosa, come se lui ci fosse ancora a festeggiare con autoironia il suo compleanno".

Perché, a suo avviso, la scelta di quello pseudonimo, Dedalus, per l’esordio? "Beh, erano anni in cui un professore di filosofia non poteva scherzare così, pubblicamente. Erano anni in cui Eco non aveva ancora fatto la sua rivoluzione, aperto la strada e dato cittadinanza in Accademia alla dimensione del gioco, del pop, del fumetto, della televisione".

In che misura si manifesta nella cultura contemporanea non solo italiana la sua eredità? "Ci sono molte eredità: Il nome della rosa , uscito nel 1980, ha dato un colpo di spugna a una certa ossessione sperimentale del romanzo italiano. Non è un caso che il successo planetario di questo romanzo non solo abbia creato migliaia di emuli, ma che esso abbia come dato fiducia a nuovi scrittori votati alla narrazione pura: Pier Vittorio Tondelli e Andrea De Carlo, per esempio, e qualche anno dopo Sandro Veronesi. Poi c’è la quantità di persone e professori che ha formato vere e proprie scuole di pensiero: il Dams, la Scuola di Editoria che ha innervato appunto l’editoria di alte professionalità".

Lei conobbe Eco in Bompiani. Come è nata l’amicizia e come si arrivò alla fondazione de La nave di Teseo? "Ho un po’ di pudore a usare la parola amicizia. Non perché non ci fosse affetto tra noi e Eco, tutt’altro. Ma perché “l’amicizia“ era qualcosa che si srotolava nelle cose che si facevano, nella fiducia reciproca, anche nei rimproveri che ci rivolgeva, ovviamente. La nave di Teseo è stato un suo straordinario gesto di grandezza e generosità, sapendo che non avrebbe avuto molto tempo".

Ha raccontato dei quiz che il Professore proponeva agli ospiti durante le cene a casa sua. Su quali argomenti vertevano? "Cultura generale. Ma molto poco generale. Perché presupponevano la lettura e il ricordo preciso di classici della letteratura. Ma erano terribili, per me un incubo. Ho visto professori arrossire, facendo scena muta ai quiz".

In questo tempo di comunicazione esasperata, le capita di ripensare alla posizione critica che lui aveva verso i social? "Sempre. Ma Eco non voleva dire che sono imbecilli quelli che stanno sui social. Credo volesse dire che per stare sui social – come per leggere i giornali e vedere la televisione – ci vuole senso critico, e dunque bisogna leggere e studiare per riconoscere una possibile bufala. Non si può credere a tutto. Nella sua mente, i libri stavano al centro".

Ci sono altri progetti a medio termine de La nave di Teseo per mantenere vivo il lavoro intellettuale del Professore? "Oltre al libro a cura di Trione, ci sarà un volume sul mondo del fumetto. A gennaio uscirà un numero di Linus, con la copertina disegnata da Manara , che sta disegnando anche Il nome della rosa in uscita nel corso del 2022 per Oblomov / Nave dì Teseo".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro