Salvare gli elefanti dall’estinzione significa salvarci dal surriscaldamento globale

Ridotti a meno di 500 mila dal bracconaggio, hanno un ruolo-chiave nel mantenere le piante delle foreste africane che catturano più carbonio

Gli elefanti si sono ridotti dell'80% negli ultimi 30 anni

Gli elefanti si sono ridotti dell'80% negli ultimi 30 anni

Salvare gli elefanti dall’estinzione, fermando il bracconaggio, non è solo un obbligo morale nei confronti di un animale-simbolo della natura africana, ma anche un modo per salvare il Pianeta e quindi noi stessi.

Noor Jehan, l'elefantessa triste (e malata) dello zoo di Karachi

Uno studio condotto da ricercatori francesi e americani evidenzia infatti che gli elefanti svolgono un ruolo-chiave nel mantenimento della biodiversità delle foreste africane, favorendo la prevalenza delle piante che catturano maggiori quantità di carbonio atmosferico e contribuendo così a contrastare il surriscaldamento globale.

Senza elefanti ci sarebbe il 6-9% di carbonio in più nell’aria

Secondo i risultati del lavoro, pubblicato di recente sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), se gli elefanti scomparissero, le foreste pluviali dell'Africa centrale e occidentale, che rappresentano la seconda più grande estensione forestale pluviale del Pianeta, perderebbero tra il 6 e il 9% della loro capacità di catturare il carbonio atmosferico per un ulteriore peggioramento dei processi di surriscaldamento globale.

Come si collegano gli elefanti alla lotta al cambiamento climatico? La risposta è nella composizione arboricola delle foreste africane: al loro interno alcuni alberi hanno un legno leggero e sono quindi a bassa densità di carbonio, mentre altri sono di legno pesante, quindi ad alta densità di carbonio. I primi crescono rapidamente, elevandosi al di sopra del resto della vegetazione per raggiungere la luce del sole; gli alberi ad alta densità di carbonio crescono invece lentamente, necessitano di meno luce solare e possono crescere all'ombra.

Il ruolo-chiave degli elefanti (come di altri megaerbivori) sta nel fatto che regolano la diffusione delle piante che catturano meno carbonio, per loro più appetibili e nutrienti rispetto alle specie ad alta densità di carbonio, che così riescono comunque ad avere spazio nelle foreste africane e fare il loro lavoro a favore del Pianeta. Inoltre, gli elefanti favoriscono la crescita degli alberi che catturano più carbonio perché ne mangiano i frutti, disperdendone quindi in giro i semi a conclusione del processo di digestione: questi semi passano infatti indenni attraverso l'intestino degli animali e, una volta rilasciati con lo sterco, sono già pronti a germogliare e crescere.

In Africa rimangono meno di 500 mila elefanti

L’analisi dell’impatto di una possibile estinzione degli elefanti sul clima del Pianeta è stata coordinata dal dottor Fabio Berzaghi del Laboratory of Climate and Environmental Sciences (LSCE), in Francia, con la partecipazione di ricercatori dell'Università di Borgogna e della Saint Louis University (Usa).

Presentando i dati raccolti, il professor Stephen Blake, assistente di biologia all’università americana e autore senior dello studio, ha voluto sottolineare il rischio che stanno correndo questi indispensabili giardinieri delle foreste africane: “Dei dieci milioni di elefanti di un tempo ne sono rimasti meno di 500.000, costretti per la maggior parte a vivere in sacche isolate. Questi animali sono in pericolo di estinzione e il loro numero è crollato di oltre l'80% negli ultimi 30 anni, perché il bracconaggio continua a dispetto delle leggi nazionali e internazionali. Ora sappiamo che impegnarsi a livello mondiale per fermare queste uccisioni illegali è indispensabile per la sopravvivenza degli elefanti, ma anche per la nostra”.

 

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