Giovedì 25 Aprile 2024

Maradona ingrato: "Faccio causa a Sorrentino"

Al Pibe il regista dedicò l’Oscar. Ma per il film 'È stata la Mano di Dio', l’ex campione rivendica il suo marchio e minaccia azioni legali.

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El Pibe ingrato. Nel 2014 Paolo Sorrentino, quando vinse l’Oscar per 'La grande bellezza', dinnanzi alle stelle di Hollywood e dinnazi a tutto il mondo, fece pochi discorsi, solo una dedica: "Ringrazio le mie fonti d’ispirazione: Fellini, i Talking Heads, Scorsese e Diego Armando Maradona". Diego giocava nel Napoli (1984-’91) quando Paolo, nato nel ’70 nel quartiere Arenella e orfano a 16 anni di entrambi i genitori, era un ragazzo: "Per me Maradona è stato molto importante", precisò allora a Los Angeles, fuori scena. Ieri, alla notizia che il prossimo film del maestro napoletano avrà come titolo È stata la Mano di Dio, "il molto importante" Diego Armando Maradona, 60 anni a ottobre, ha fatto sapere che starebbe lavorando a un’azione legale contro l’ex giovane tifoso Sorrentino e contro la piattaforma streaming Netflix che produce la nuova pellicola, set sotto il Vesuvio. L’avvocato del calciatore, Matias Morla, ha parlato via Twitter: "Maradona non ha autorizzato l’utilizzo della sua immagine per questo film. Con i nostri colleghi italiani stiamo già studiando la strategia legale per una protesta formale di fronte alla Giustizia per l’uso indebito di un marchio registrato".

Quale sia il “marchio” cui si riferisce il tweet è ancora da capire: esiste forse un copyright sulla definizione 'La Mano di Dio'? E, nel caso, non dovrebbe appartenere al Signore che sta nei Cieli, invece che al Pibe de Oro che sta sempre più a terra? 22 giugno 1986, quarti di finale dei Mondiali, Stadio Atzeca di Città del Messico. Si gioca Argentina-Inghilterra: la tensione è alle stelle, anche per gli strascichi della Guerra delle Falkland. Al sesto minuto del secondo tempo il risultato è fermo sullo zero a zero quando Steve Hodge alza erroneamente un pallone a campanile all’interno dell’area di rigore. Il portiere inglese, Peter Shilton, un metro e 85, cerca di fare il possibile ma Maradona, più basso di lui di 20 centimetri, devia il pallone allungando il braccio e la palla finisce in rete. L’arbitro non si accorge del fallo e convalida. Quattro minuti dopo, scartando 5 avversari, Maradona segna un’altra rete: stavolta è il Gol del Secolo. Quando parlerà del gol precedente, darà la responsabilità alla "Mano de Dios". Non sono stato io, è stato Dio.

"La mia curiosità è sempre la stessa: trovare l’ombra della tragedia dietro la vitalità degli uomini", confessava Sorrentino in un’intervista. Di calcio (e musica, e delirio di onnipotenza e amore della libertà e sconfitte esistenziali) è intriso il primo film di Sorrentino, L’uomo in più (2001) ambientato a Napoli nel 1980, storia parallela del cantante neomelodico Tony Pisapia (poi Tony Pagoda del romanzo Hanno tutti ragione) e di un calciatore suo omonimo, ispirato ad Agostino Di Bartolomei, "leader silenzioso e schivo, simbolo di un calcio romantico fatto di cuore, polmoni e grinta".

Lo stesso Maradona compare in 'Youth - La giovinezza', 2015: obeso e affannato, interpretato da un sosia, così come nel libro della sceneggiatura, in cui viene chiamato “il sudamericano”: "È sul terrazzo, in mutande – scrive Sorrentino – ha lo sguardo perso sulla valle e all’improvviso ha una visione. Si accendono potenti riflettori, come quelli dei campi di calcio e vede 22 uomini, una fila di 11 indossa la maglia dell’Argentina e l’altra la maglia dell’Inghilterra. Il sudamericano fissa questa visione e si commuove. La moglie gli chiede: a cosa pensi? I riflettori da stadio si spengono in un colpo solo. “Al futuro”", dice lui. Per fortuna che i legali di Diego di Youth non sanno nulla.

E poco sanno, evidentemente, anche dell’arte preziosa con cui Sorrentino fa cinema. "Ha il dono, o la condanna, della malinconia – scriveva di sé Sorrentino, in terza persona, ne 'Gli aspetti irrilevanti' –. Si direbbe che ama raccontare storie, ma non è vero: l’unica storia che vorrebbe raccontare è la sua ma non ne ha il coraggio. Non per pudore, ma perché gli provoca un dolore indicibile". 'È stata la Mano di Dio' si annuncia come il film autobiografico della giovinezza del cineasta cinquantenne. Diego gli salvò la vita, pur condannandolo a un’altra tragedia: doveva andare a vedere Empoli-Napoli, per questo ebbe il permesso a 16 anni di non seguire i suoi in montagna, e fu lì che i suoi morirono, di notte nel sonno, per una fuga di gas. Ecco, non scherziamo: Maradona, altro che cartellino rosso.

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