L’Italia è tra le nazioni con gli ecosistemi più fragili e minacciati

Il nostro paese è nella classifica dei 20 paesi con un’economia messa maggiormente a rischio dal deterioramento degli ecosistemi naturali

Foto: kamisoka / iStock

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Gli ecosistemi naturali costituiscono una fonte di ricchezza fondamentale per tutti i paesi del mondo. E se vengono danneggiati dai cambiamenti climatici l’economia ne risente in maniera preoccupante. Ad approfondire questo tema è stato Swiss Re Group, uno dei leader globali nella fornitura di strumenti di riassicurazione. La compagnia svizzera ha redatto il Biodiversity and Ecosystem Services Index, evidenziando quali sono gli stati con gli ecosistemi più fragili e minacciati dai fenomeni causati dal riscaldamento globale. L’Italia purtroppo figura fra questi paesi.

Riscaldamento globale e economia

Secondo il report, poco più della metà del PIL mondiale (42 trilioni di dollari americani) dipende da beni e servizi ricavati dagli ecosistemi naturali. Ma il calo diffuso della biodiversità, la deforestazione e tanti altri fenomeni connessi ai cambiamenti climatici stanno rendendo questa ricchezza sempre più esigua. Secondo il Biodiversity and Ecosystem Services Index, infatti, ci sono 39 paesi le cui economie sono minacciate da “ecosistemi a rischio collasso”. E dalle analisi è emerso che un terzo dei paesi del mondo, circa 60 in totale, ha “ecosistemi in uno stato fragile” su oltre il 20% del proprio territorio. Solo 41 stati, si legge sul paper, possono vantare ecosistemi quasi totalmente in buono stato, con conseguenze economiche chiaramente positive.

I paesi che rischiano di più

I problemi principali avvengono nelle nazioni il cui PIL è dipendente da un’agricoltura costantemente minacciata dalla siccità e non solo. L’allarme maggiore, secondo il report, è in Kenya, Vietnam, Pakistan, Indonesia e Nigeria. A rischio, però, sono anche i paesi con economie più sviluppate e diversificate. Nella Top 20 dei paesi con un “alto tasso di fragilità della biodiversità e dell’ecosistema” figura ad esempio l’Australia, il cui PIL trema per via della distruzione delle coste (un esempio è ciò che sta succedendo nella Grande Barriera Corallina) e dalla crisi dell’impollinazione scatenata dai cambiamenti climatici. Nelle peggiori 20 del mondo c’è anche l’Italia (dietro all’Iraq e davanti alla Tunisia), al diciottesimo posto con il 21% del suo ecosistema che è considerato fragile e minacciato. Le altre nazioni europee in questa classifica preoccupante sono Malta (prima), Cipro (quarta), Grecia (settima), Spagna (quindicesima) e Belgio (sedicesimo)

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