Sabato 20 Aprile 2024

"Ecco i segreti dei Puffi, miei fratelli" La figlia di Peyo: così li disegnò papà

"Praticamente io e gli omini blu siamo nati insieme". Nuova serie 3D su Rai Yoyo

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di Roberto Davide Papini

Non c’è bisogno di essere alti e possenti per conquistare il mondo. Basta avere la simpatia dei piccoli omini blu che abitano nel villaggio al di là delle “terre cattive” e alle pendici dei Monti Puffi. Sono “alti suppergiù due mele o poco più“, ma dal 1958 sono delle star planetarie del fumetto e dell’animazione. Sono i Puffi, creati dal belga Pierre Culliford, in arte Peyo, che dal 4 aprile sbarcano (per la prima volta) sulla Rai con una nuova serie in 3D che andrà in onda su Yoyo dal lunedì al venerdì alle 8.10 e alle 20.50. Una serie che arriva a 41 anni dall’esordio in tv e che resta in famiglia: a produrla è Veronique Culliford, figlia di Peyo e, in un certo senso, sorella dei Puffi. "Sì – ci dice – i Puffi sono i miei fratelli maggiori, perché sono nati tre settimane prima di me. Sono cresciuta con loro, ho condiviso le loro avventure, non mi sono mai annoiata con loro".

Suo padre ha creato i Puffi nel 1958, come si spiega un successo così lungo?

"Sono senza tempo, sono fisicamente diversi da noi per le loro dimensioni, il loro colore,il loro ambiente, la loro lingua. Però la loro società ci assomiglia e soprattutto ci mostra un buon esempio in tutta semplicità. Hanno valori reali: gentilezza, aiuto reciproco, buon senso, gioia e buon umore".

Qual è il suo puffo preferito?

"Ho sempre avuto un debole per Puffetta e mi congratulo con lei per il posto che occupa da sola in questa grande famiglia di Puffi".

Puffetta non è più l’unica femmina, però. Quale è stata la reazione del pubblico all’introduzione di altri personaggi femminili?

"Erano attese da molto tempo, abbiamo esitato a lungo ma il loro successo è innegabile. Certo, non saranno mai Puffetta, ma le storie sono più ricche con loro".

Come si è evoluto il pubblico dei Puffi nel corso degli anni?

"È sempre stato fedele fin dall’inizio e si è evoluto dai fumetti alla serie televisiva, poi il cinema, i videogiochi,il merchandising. I bambini degli anni ’80 che sono diventati adulti hanno trasmesso il loro amore per i Puffi ai loro figli: i valori dei Puffi non sono cambiati".

Qual è il Paese dove i Puffi sono più amati?

"Ci sono pochi o nessun Paese dove i Puffi non sono conosciuti e amati, ma devo ammettere che l’Italia è sempre stata superiore, il pubblico italiano è sempre stato incredibilmente entusiasta dei Puffi".

Quanto è importante la lingua “puffa“(che sostituisce nomi, verbi e avverbi con variazioni della parola “puffo“) nel successo dei personaggi?

"Questa particolarità è parte integrante del loro successo. Tutti noi possiamo usare questo linguaggio, restando educati anche quando siamo arrabbiati perché si può dire qualsiasi cosa con la parola “puffo“ senza alcun problema".

Nel 2005 i Puffi sono stati utilizzati in una campagna contro gli effetti devastanti della guerra sui bambini. Oggi c’è una guerra in Europa, che cosa si sente di dire?

"Che si fermi la guerra! I Puffi non sono politici, ma saranno sempre lì per aiutare i bambini, specialmente durante questi conflitti. Se possiamo portare loro un po’ di calore, speranza, sorrisi, ecco i Puffi sono un ottimo vettore per mobilitare l’energia positiva".

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