Ecco dove nasce la compressa che ferma il Covid

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di Alessandro Malpelo

Prendono forma ogni giorno ad Ascoli Piceno, dentro uno stabilimento che può vantare cinquant’anni di storia, i blister di Paxlovid, l’antivirale tra i più efficaci nella lotta al Covid, distribuito a tappeto nelle farmacie in tutto il mondo. Per raccontare i progressi della ricerca messi a segno in mezzo secolo, fino ai traguardi dei giorni nostri, è stata allestita, all’interno dell’antico Palazzo dei Capitani, una mostra che racconta l’epopea di Pfizer in questo lembo d’Italia.

Le produzioni della casa farmaceutica da qui raggiungono un centinaio di destinazioni nei cinque continenti. Stiamo parlando di 40 molecole diverse, quattro miliardi di dosi ogni anno, 130 milioni di confezioni consegnate per la cura di malattie oncologiche, cardiovascolari, antinfiammatori, antibiotici, ansiolitici, immunoterapici.

Archiviati due anni di pandemia, l’azienda ha concesso eccezionalmente di assistere al ciclo industriale in condizioni di sicurezza, completamente bardati in un ambiente asettico. L’insediamento di Ascoli guidato da Rossella Bruni, manager e amministratore delegato, impiega oltre 900 addetti, cui si aggiunge l’indotto, promuove l’inclusione, valorizza la componente femminile e le abilità differenti.

Dunque, come funziona l’antivirale che si dimostra in grado di smorzare gli effetti nefasti del virus Sars-Cov2 nelle sue varianti? "Esistono diverse armi che possiamo utilizzare oggi nella lotta al Covid, tra queste – spiega Vittorio Cacace, medical affairs scientist – c’è l’antivirale prodotto qui ad Ascoli. Si tratta di un inibitore della proteasi, preclude la replicazione del virus all’interno delle cellule, in modo tale da impedire che si sviluppi una malattia grave: è importante che il paziente risponda a determinati criteri di eleggibilità alla terapia, criteri che il medico di famiglia conosce bene".

Poco meno di tre anni fa, l’11 gennaio 2020, venne decifrata e resa nota per la prima volta la sequenza genetica del virus che ha messo a soqquadro le regole della convivenza civile. Da quel momento gli scienziati hanno lavorato alacremente per arginare la pandemia. Oggi abbiamo vaccini, anticorpi monoclonali e farmaci antivirali. La quarta dose, di cui tanto si parla in queste settimane, rafforza la risposta del sistema immunitario, che altrimenti tenderebbe a calare nel tempo sia nei soggetti vaccinati sia in chi ha contratto il virus in precedenza. L’incremento delle difese naturali riduce le probabilità di ammalarsi, e limita lo sviluppo di forme gravi dopo esposizione a una carica virale elevata, long-Covid compreso.

Come arginare l’infezione in mancanza dei vaccini? In questo caso entrano in gioco gli anticorpi monoclonali e gli antivirali. In Italia sono stati finora autorizzati due tipi di antivirali negli adulti. Ma che aspetto hanno le compresse? I blister di Paxlovid che abbiamo visto ad Ascoli contengono due principi attivi che agiscono in tandem: nirmatrelvir, che interferisce con il metabolismo del virus, e ritonavir, che prolunga l’azione antivirale. E come si assume la terapia che ha contribuito a salvare migliaia di vite umane? Le confezioni si ritirano direttamente in farmacia, con la ricetta del medico.

Le compresse si prendono per bocca, due volte al giorno per cinque giorni di seguito. Sono terapie che funzionano molto bene se vengono prescritte ai primi sintomi, ovviamente dopo aver accertato, attraverso l’esito del tampone, di essere positivi al virus. Quindi il trattamento deve essere avviato il più precocemente possibile: per fare questo occorre contattare il medico già quando si sospetta un contagio o una ricaduta, senza perdere tempo prezioso.