E Pirandello si sfogò: "Giovanni Gentile mi perseguita"

"Con una pervicacia inaudita il signor Gentile seguita a perseguitarmi. Non è affatto vera l’intermittenza delle mie lezioni; e puoi sincerartene tu stesso guardando il registro delle mie lezioni, che troverai sullo scaffale sotto il palchetto dei registri": così si sfogava Luigi Pirandello con il collega docente Manfredi Porena, il 26 maggio 1922, lamentandosi dell’atteggiamento di rimprovero che aveva nei suoi confronti il filosofo Giovanni Gentile, Regio commissario dell’Istituto Magistrale di Roma e di lì a poco ministro dell’Istruzione del governo di Benito Mussolini. La lettera fa parte di un carteggio inedito tra Pirandello e Porena e pubblicato ora sulla rivista Nuova Antologia (Fondazione Spadolini - Edizioni Polistampa) a cura di Elio Providenti, studioso pirandelliano. "Il signor Gentile – scive ancora Pirandello – è mosso contro me da un laido rancore".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro