E Charlotte disse: "Je t’aime, mamma Birkin"

"Ho finalmente superato il senso d’inferiorità per la sua bellezza", racconta la Gainsbourg. Jane risponde: "Vorrei averti dato di più"

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Due donne, una madre e una figlia. Due donne che si amano. Due donne che si parlano. Due donne che si rivelano cose che non si sono mai dette. Jane Birkin, la cantante attrice rivelata da Blow up di Antonioni. E Charlotte Gainsbourg, sua figlia, attrice, cantate e regista. Il film che le vede insieme è il documentario Jane par Charlotte, diretto dalla figlia. E nel quale tutte e due si mettono a nudo, raccontano le loro insicurezze, le loro paure.

Charlotte è nata nel 1971, quando suo padre, il cantante e poeta Serge Gainsbourg, era all’apice del successo con la canzone Je t’aime… moi non plus, e sua madre – che cointerpretava quel brano supersexy – era un’icona di glamour, cchi da cerbiatta e fisico snello. Non deve essere stato semplice, per Charlotte, crescere: "Mia madre era la quintessenza della bellezza", dice. "È stato difficile per me vedermi come una donna". Ma adesso, a quarantotto anni, diventata a sua volta icona di bellezza, attrice carismatica, madre di tre figli, Charlotte può fare i conti, con serenità, con il mito della madre e con l’immagine di sé.

Il film, già nel titolo, è un omaggio ad un altro ritratto precedente di Jane Birkin, Jane B. par Agnès V., che la regista francese Agnès Varda dedicò alla Birkin nel 1988. All’epoca Charlotte era una adolescente. Oggi Agnès Varda non c’è più.

Sul red carpet, madre e figlia sono entrambe in giacca nera e in pantaloni, entrambe due raggianti. Scopri che si assomigliano, più di quanto pensassi. "Questo film è stato quasi un pretesto per godere di mia madre, e allo stesso tempo un modo per mettere un punto, per andare a capo", dice Charlotte. "Ma più la guardo e più la amo".

Jane Birkin, che oggi ha 74 anni, parla con umiltà di sé, del suo ruolo di madre: "Ero tanto intimidita da Charlotte bambina. Era così matura: e io mi sentivo così infantile, così irresponsabile. Mi chiedo se ho fatto abbastanza, e mi rispondo di no". E racconta il dolore dal quale non si è mai ripresa: la morte di Kate, la figlia avuta dal compositore John Barry, caduta dalle scale di un palazzo.

Charlotte, che a Cannes era venuta con due film dello scandaloso Lars von Trier, Antichrist (con cui vinse nel 2009 il premio per la migliore attrice) e Melancholia, si riscopre figlia: "Perché impariamo a vivere senza le nostre madri? Sembra lo scopo delle nostre vite, liberarcene a ogni costo" , dice. "Ma io non voglio farlo".

"Mi sono sempre sentita in colpa", confessa invece Jane. "Forse potevo fare tutto in un altro modo. Forse mi sono comportata come un’amica e non come una mamma". Le domande che, in fondo, si pongono tutte le madri e tutte le figlie del mondo. Quel groviglio di rimpianti, insicurezze, interrogativi mai risolti che stanno, come un nodo, dentro le nostre vite.

Giovanni Bogani

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