Giovedì 18 Aprile 2024

Donne nella Sardegna ancestrale Passioni e vendette, per essere libere

Torna in libreria Salvatore Niffoi e lo fa con una favola nera – Nate sotto una cattiva luna – che ci porta ancora in una Sardegna verace, sospesa fra storia vissuta e mondo magico. Una terra agra, dai sapori ancestrali, che fa da sfondo a una vicenda ambientata nel ‘900, fra l’epoca del fascismo e gli anni Cinquanta. È una storia di donne che immerge il lettore nella cruda condizione femminile in una società povera e patriarcale qual era la Barbagia di Niffoi a quei tempi. E però la storia prende una piega imprevista, irregolare, con un gesto di grande libertà esistenziale e spirituale da parte di una donna, mamma Basilia, una creatura speciale, fin lì rimasta allineata alle regole prescritte; il suo è un atto così controcorrente da meritare una brutale punizione, inflitta nel più classico dei modi, attraverso la violenza maschilista, insomma un femminicidio.

È a questo punto che scatta una reazione di autentica rottura rispetto alla comunità e ai suoi rigidi canoni di condotta: è una risposta filiale e di sorellanza, portata fino alle estreme, anche spietate, conseguenze. Protagoniste sono sei gemelle, le figlie di Basilia, nate da un “sogno” di lei e chiamate, una volta conosciuta l’avventura esistenziale della madre e l’orribile “punizione” subita, a riscattarne la memoria, facendosi paladine – con un ferreo patto di alleanza – di una diversa visione dell’essere donne.

Niffoi scava nei sentimenti più nobili e più torbidi, inevitabilmente mescolati, e si astiene da giudizi morali; preferisce far parlare il flusso della vita e delle passioni, fino alla vendetta. La Sardegna ancestrale è più matrigna che madre e questa favola barbaricina sembra indicare una via inconsueta – e tutta femminile – di liberazione.

Lorenzo Guadagnucci

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