Sabato 20 Aprile 2024

DONNE E CAVALLI UN AMORE DA RECORD

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di Umberto Martuscelli

Il 2021 è l’anno in cui per lo sport equestre si è registrato un record storico, epocale, e soprattutto destinato a rimanere tale per sempre: per la prima volta nella storia una donna ha vinto la medaglia d’oro individuale alle Olimpiadi di completo. Esatto, lei: Julia Krajewski, tedesca, 33 anni, vincitrice a Tokyo in sella ad Amande de B’Neville. Lei è la prima donna capace di tanto, e per sempre lo resterà: conquistando così a pieno diritto un posto significativo nella storia dello sport.

In un certo senso si potrebbe definire… strano questo primato: non perché Julia non abbia meritato il trionfo olimpico, tutt’altro, bensì per il solo fatto che nel corso del tempo le amazzoni sono sempre state grandi protagoniste ad altissimo livello, e dunque sarebbe sembrato naturale che tale record fosse stato stabilito ben prima del 2021. La stessa campionessa tedesca se ne è stupita, come ha dichiarato in una recente intervista rilasciata a Cavallo Magazine: "Sono stata sorpresa di essere la prima donna a riuscire in questa impresa, soprattutto se consideriamo che il campione del mondo è una donna, il campione d’Europa è una donna. Credo che fosse ora che un’amazzone vincesse l’oro olimpico individuale, e naturalmente sono contenta di essere io quell’amazzone… ".

Lo sport equestre presenta una peculiarità esclusiva e dal contenuto prezioso: mette a confronto donne e uomini nelle stesse competizioni senza alcun discrimine nel caso di tutte e tre le discipline olimpiche, e cioè salto ostacoli, completo e dressage. E le donne hanno sempre avuto un ruolo di primo piano risultando molto spesso ben più competitive e capaci dei loro avversari uomini. Quanto meno dal momento in cui è stato loro permesso di gareggiare, alle Olimpiadi. Sì, perché la conquista di tale diritto è stata ottenuta dalle donne attraverso un processo storico lungo e laborioso.

Della possibilità che le amazzoni potessero competere ai Giochi Olimpici si è cominciato a discutere subito dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, poco prima delle Olimpiadi di Londra 1948. La discussione è in effetti andata a buon fine, pur se stabilendo qualche paletto: si sarebbe cominciato dall’edizione a cinque cerchi di Helsinki 1952 e solo in dressage. Le amazzoni sarebbero arrivate al salto ostacoli quattro anni più tardi, nel 1956 a Stoccolma, mentre per poter gareggiare in completo avrebbero dovuto attendere il 1964 a Tokyo, nonostante nel 1954 Margaret Hough avesse già vinto il completo più importante e difficile del mondo, quello di Badminton, e Sheila Willcox poco dopo nello stesso Badminton avrebbe messo in fila addirittura tre vittorie consecutive: 1957, 1958 e 1959. Tokyo dunque ha segnato due prime volte storiche per il completo olimpico: la prima donna in gara e la prima donna vincitrice dell’oro individuale… Mentre quest’ultima è appunto Julia Krajewski, l’amazzone che ha aperto il cammino alle colleghe è la statunitense Lana du Pont che nel 1964 non ha solo partecipato ma ha anche vinto la medaglia d’argento con la sua squadra. Dopo allora il completo olimpico ha parlato molto al femminile: a Los Angeles 1984 le medaglie individuali d’argento e di bronzo sono state conquistate dalla statunitense Karen Stives e dalla britannica Virginia Holgate risultate le prime amazzoni della storia a vincere una medaglia individuale.

In dressage l’elemento femminile d’esordio è stato ancor più sensazionale. Non solo una donna ha vinto una medaglia individuale proprio nella prima edizione in cui le amazzoni sono state ammesse, ma lo ha fatto anche da disabile. Proprio così: a Helsinki 1952 la danese Lis Hartel ha conquistato l’argento individuale essendo paralizzata in entrambe le gambe dal ginocchio in giù… per poi ripetere lo stesso risultato anche quattro anni dopo a Stoccolma. Poi il dressage olimpico è divenuto sempre più ’rosa’, tanto che a partire dal 1988 (Seul) e fino a Tokyo 2021 la medaglia d’oro individuale è sempre stata ininterrottamente nelle mani di un’amazzone. Un dominio assoluto, quindi.

In salto ostacoli le prime amazzoni alle Olimpiadi sono state nel 1956 la britannica Patricia Smythe e la belga Brigitte Schockaert (rispettivamente al 10° e 34° posto), la prima a vincere a squadre (argento) la francese Janou Tissot Lefebvre a Tokyo 1964, la prima con una medaglia individuale (argento) la britannica Marion Coakes a Città del Messico 1968. E l’oro individuale? Ecco: manca. Questa sarà la prossima puntata di una storia entusiasmante, quella che ci racconta le imprese agonistiche delle donne alle Olimpiadi.

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