Mercoledì 2 Ottobre 2024
MONICA PERUZZI
Magazine

L'anno delle super donne, Greta Thunberg e le altre

Dalle astronaute alla ragazzina ecologista, dalla Lagarde presidente Bce a Lady Mundial: in prima fila nei 2019 per cambiare il mondo

Jessica Meir e Christina Koch (Ansa)

Jessica Meir e Christina Koch (Ansa)

Roma, 27 dicembre 2019 - Determinazione, forza, paura che plasma e forgia fino a trasformarsi in coraggio, a volte pura follia, mischiata alla consapevolezza che solo chi osa, chi sa andare oltre le consuetudini, chi sa buttare il cuore oltre l’ostacolo degli stereotipi, può riuscire a oltrepassare il muro dello scetticismo. In queste pagine abbiamo raccontato tante storie di donne, diversissime fra loro, ma unite dal fuoco di una passione che ha acceso le loro vite, le ha trasformate in modelli, stelle polari da seguire, quando si perde la rotta, come spesso accade a ognuna di noi, ciascuna a suo modo, alle prese con barriere che spesso sembrano insuperabili.

L’anno che ci stiamo per lasciare alle spalle, ci ha fatto fremere per Jessica Meir e Christina Koch, le astronaute protagoniste della prima passeggiata spaziale tutta al femminile. Una missione rimandata di qualche mese perché la Nasa non aveva tute spaziali della misura adatta. Piccolo ma significativo esempio di come la questione di genere sia ancora ben radicata, soprattutto quando si parla di ambiti tecnico-scientifici. Il 2019 è stato anche l’anno di Greta Thunberg, la ragazzina con le trecce bionde, che ogni venerdì salta la scuola e si siede davanti al Parlamento, in Svezia, per chiedere azioni concrete contro il riscaldamento globale. Accanto a lei, hanno iniziato a sedersi tante altre ragazze e ragazzi, fino a trasformare quell’iniziativa in una protesta planetaria. Le sue lacrime di rabbia di fronte ai grandi delle Nazioni Unite, incapaci di prendere decisioni, mentre la sua generazione e tutte quelle a venire rischiano di non avere futuro, sono state la critica più severa all’ottusità e all’inadeguatezza di chi oggi è nelle condizioni di decidere, la nostra generazione.

Su queste pagine abbiamo raccontato anche le storie di Ester Daflo e Katie Bouman. La Daflo vincitrice del Premio Nobel per l’economia, seconda donna nella storia di questo prestigioso riconoscimento, mentre il nome della Bouman è legato a un altro evento storico: la prima fotografia di un buco nero. Un’immagine che ha rivoluzionato lo studio di uno dei misteri più imperscrutabili dell’Universo, resa possibile da un algoritmo creato da questa giovane scienziata americana. Dalla scienza allo sport, in questo 2019 resteranno scolpiti i nomi della ginnasta Simon Biles, vincitrice di 25 medaglie consecutive, Shelly-Ann Fraser-Pryce, la più veloce sprinter di tutti i tempi, o Sarah Thomas, che solo un anno dopo aver completato il ciclo di trattamenti per combattere il tumore al seno, ha attraversato per quattro volte consecutive il canale della Manica.

Un anno che ci ha permesso di scoprire la nostra Nazionale femminile di calcio, ai Mondiali in Francia. Guerriere in pantaloncini e tacchetti, brave, generose e belle, da incantare un paese intero, guidate da un’altra grande donna, la Ct Milena Bertolini, che con loro si è battuta per veder riconosciuto, come poi è stato, il diritto a essere trattate, a tutti gli effetti, come accade ai colleghi uomini, come delle professioniste. Altre donne hanno combattuto battaglie per il diritto stesso di vivere, come le guerrigliere curde, che dopo aver imbracciato i fucili contro gli uomini dell’Isis, sono tornate in guerra per sconfiggere le truppe turche, nel silenzio della comunità internazionale. In Sudan, la rivoluzione che ha portato alla caduta del dittatore Al Bashir è stata, in parte, guidata dalle donne. La foto di una donna, Alaa Salah, in piedi sul tetto di una macchina, vestita di bianco, mentre inneggia alla folla col braccio alzato, ha fatto il giro del mondo, ricordando a tutti la Statua della libertà, con il suo carico di forza e promesse. Nel caso del Sudan, ancora non mantenute.

Dal sud al nord del Mondo, abbiamo parlato dell’esecutivo guidato dalla più giovane donna premier mai eletta, Sanna Marin, 34 anni, figlia di due madri e alla guida di un governo composto per la maggior parte da donne, quello finlandese. Tutto questo in un’Europa in cui tutto è cambiato: le elezioni hanno disegnato un parlamento con la più alta percentuale di donne mai avuta prima, il 40%, che a sua volta ha nominato un’altra donna alla guida della Presidenza della Commissione Europea, la tedesca Ursula Von Der Lyen. Non era mai accaduto. Così come non si era mai vista una donna sulla poltrona più importante della Banca Centrale Europea: è toccato alla francese Christine Lagarde. Nell’attesa di vivere un 2020 già carico di speranze e aspettative, in cui avremo il piacere, la voglia, il dovere di raccontare nuove storie, un meraviglioso inizio anno a tutte voi.