Mercoledì 24 Aprile 2024

Donaggio: "Io che non vivo più di un’ora senza musica"

La canzone culto del ’65 cantata anche da Elvis, le colonne sonore, i trionfi internazionali. "Le melodie nascono dal silenzio".

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Ottanta milioni di copie vendute nel mondo, per una canzone che sarà cantata anche da Mina e da Elvis Presley: nel 1965 Pino Donaggio ha 24 anni e gli scoppia tra le mani il successo enorme di Io che non vivo.

Donaggio, come nacque “Io che non vivo (più di un’ora senza te)"?

"Mi avevano appena portato un pianoforte, e la composi di getto, per entusiasmo. Poi scelsi di non trascriverla sul pentagramma. Mi dissi: ci dormo su, se domattina me la ricordo vuol dire che vale qualcosa".

Per fortuna, la mattina dopo se la ricordava ancora. Come era Mina, allora? E oggi?

"La dipingono come una diva: non lo è mai stata. Era una di noi. Ironica, modesta".

C’era molto entusiasmo, in quegli anni ’60.

"Era un periodo di grande euforia, non solo per la musica: si scoprivano l’auto, gli elettrodomestici, la tv, il benessere ritrovato dopo la miseria e il dolore della guerra".

Ha la voce gentile, Pino Donaggio. La voce di uno che ne ha viste, di umane cose. Senza mai sentirsi superiore. La voce di uno che ha attraversato le vie della musica e quelle del cinema, volando alto. Da Sanremo anni ’60 ( nel ’61 mescola classico e pop in Come sinfonia, nel ’65 trionfa con Io che non vivo) al cinema: Cinecittà e Hollywood, i film di Brian De Palma, quelli di Dario Argento, di Pupi Avati: Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere, e la colonna sonora tv di Don Matteo. Ma in tutto questo, da grande artista, continua a ritenersi soprattutto un artigiano di melodie. Il violino, come primo amore.

Donaggio lei è nato nel 1941 a Burano, due bracciate d’acqua da Venezia. Lì le case sono una sinfonia di rosso, ocra, indaco, porpora. I colori della sua Burano ci sono nella sua musica?

"Quando vedevo i quadri di Gauguin e Van Gogh, i loro colori “anomali”, pensavo che anche nella musica si poteva fare l’equivalente di un cavallo rosso, o verde: strapazzare un po’ l’armonia classica. Ho cominciato a strapazzare Vivaldi, e questa è stata la chiave, forse, della mia modernità".

L’inizio è il più classico: il Conservatorio, l’ingresso nei Solisti veneti diretti da Claudio Scimone, il talento al servizio della tradizione. Poi Sanremo nei ’60, mentre gli anni ’70 sono quelli delle sue prime colonne sonore, e dell’inizio della collaborazione con Brian De Palma.

"Nacque tutto per caso, come molte cose nella vita: ero in vaporetto alle sei di mattina, e il produttore italiano di un film inglese mi vide passare. Due ore dopo mi chiamava per farmi fare un provino come musicista per A Venezia... un dicembre rosso shocking. Nicolas Roeg, il regista, s’innamorò della musica che gli avevo proposto".

Con Brian De Palma ha girato tanti film…

"Ci siamo sempre capiti al volo, fin da Carrie, lo sguardo di Satana. Gli piaceva il mio modo di creare suspense senza anticipare troppo le emozioni".

L’ultimo film a cui ha lavorato è “Il grande passo” con Stefano Fresi e Giuseppe Battiston. Quando uscirà?

"Il 20 agosto: è la storia di due ragazzi che sognano di andare sulla Luna. Il regista, Antonio Padovan, mi ha chiesto una colonna sonora “spielberghiana”: spero di averlo accontentato".

Come viene l’ispirazione? Per lei, violinista di formazione, si parte dalla melodia?

"Esatto: solitamente un tema, alcune note, emergono dal silenzio. Mi vengono quando sono in vaporetto, in treno, in aereo. A volte me le canticchio, a volte dimentico tutto. Per fortuna ci sono i telefonini che registrano!".

Come definirebbe la sua musica?

"Vorrei che assomigliasse a Venezia d’inverno, con la nebbia".

Ennio Morricone. Che ricordo ha di lui?

"Registravamo in due studi vicini l’11 settembre 2001. Quando arrivò la notizia dello schianto degli aerei, andai a chiamarlo. Abbiamo vissuto insieme il giorno più angoscioso della storia recente".

Chi sono i suoi amici, nella musica leggera?

"Sono stato molto amico di Little Tony, di Gaber, di Lauzi, di Bindi, di Tenco. Sono legatissimo a Tony Renis, e ovviamente a Mina".

A novembre compirà 79 anni. Che costa sta preparando?

"Una autobiografia, insieme ad Anton Giulio Mancino. E a settembre uscirà un Lp di musiche tutte nuove. Sogni? Solo uno: comporre le musiche per un balletto".

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