Mercoledì 24 Aprile 2024

Don Matteo? No, ora chiamatelo don Raoul

Cambio in canonica per il prete-detective: arriva Bova, Terence Hill potrebbe lasciare. Quegli attori che s’identificano col personaggio

di Barbara Berti

Da 21 anni indossa la tonaca, il giubbotto di pelle e in sella alla bici risolve casi di cronaca nera sempre prima dei carabinieri grazie alla sua innata intuizione e alla profonda conoscenza dell’animo umano. È Terence Hill, ovvero Don Matteo, il prete-detective più amato del piccolo schermo. L’attore, oggi 82 anni, dopo i film in coppia con Bud Spencer ancora gettonatissimi, è diventato il simbolo della longeva serie di Raiuno – il debutto risale al 7 gennaio 2000 – ma adesso pare che si stia avvicinando il momento di un’uscita di scena.

Il prossimo 31 maggio, in piazza del Duomo a Spoleto, città che ospita la serie dalla nona stagione (prima la location era Gubbio), inizieranno le riprese della tredicesima stagione che andrà in onda sulla rete ammiraglia Rai il prossimo autunno, 10 puntate. Ma per Mario Girotti (questo il vero nome di Terence Hill) il set potrebbe essere breve: nella quarta puntata l’attore pare possa lasciare il testimone a un nuovo sacerdote al suo primo incarico.

Non è al momento chiaro se la sua uscita di scena corrisponderà a un viaggio improvviso, alla morte del personaggio o ad altre trovate narrative, ma sta di fatto che ci sarà un clamoroso colpo di scena, un colpo al cuore per milioni di fan. A prendere il posto in canonica, e forse anche nelle amicizie del maresciallo Nino Cecchini, interpretato da Nino Frassica, sembra destinato ad arrivare Raoul Bova, l’attore reduce dal successo della fiction di Canale 5 Buongiorno mamma e considerato uno dei sex symbol del cinema italiano. Con il ritorno di Flavio Insinna, la presenza di Bova nel cast è certa. Se sostituirà Terence Hill, o se lo affiancherà e basta, è ancora tutto da scoprire. La scelta di Lux Vide (che produce la serie) sembra comunque muoversi nella stessa direzione intrapresa per un’altra fiction Rai, Un passo dal cielo: dopo l’addio del guardaboschi Pietro Thiene, interpretato proprio da Terence Hill, protagonista delle prime tre stagioni, la serie tv ha puntato su un nuovo capo della Forestale, Francesco Neri, che ha il volto di Daniele Liotti. E in questo caso ha ottenuto ottimi risultati sul fronte auditel.

Il cambio di attore è però un vero azzardo, è come se domani il commissario Montalbano non fosse più interpretato da Luca Zingaretti. Nella storia della tv – anche solo in quella italiana –, ci sono molti casi in cui l’attore e il personaggio diventano un tutt’uno. È il caso del maresciallo Rocca con Gigi Proietti, così come il commissario Corrado Cattani della Piovra e Michele Placido.

Andando un po’ più indietro nel tempo, nell’immaginario collettivo Ubaldo Lay viene subito associato al Tenente Sheridan, il detective dall’impermeabile bianco impegnato in una sezione investigativa di una grande città americana. Stessa cosa per Gino Cervi nei panni del commissario Maigret, con la sua inseparabile pipa.

La trasposizione personaggio-attore è avvenuta anche con Don Matteo-Terence Hill: puntata dopo puntata (255 episodi nelle dodici stagioni) è diventato testimonial della fiction della Rai, custode di un’umanità aperta agli altri e compartecipe dei problemi e delle sofferenze di tutti, cosa che si incarna nello sguardo sereno e vitale dell’attore. Sguardo in cui si rispecchia con fiducia il pubblico, inevitabilmente deluso se si trovasse di fronte a un addio definitivo.

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