Martedì 16 Aprile 2024

Don Backy e il suicidio di Tenco: “Avrei continuato il Festival”

Polemiche dopo la affermazioni del cantautore a 'Oggi è un altro giorno' su Raiuno

Don Backy a 'Oggi è un altro giorno' di Raiuno

Don Backy a 'Oggi è un altro giorno' di Raiuno

“Non ammetto che qualcuno intervenga per bloccare la mia decisione di continuare a vivere e di andare avanti con la sua decisione di farla finita lì. Tu puoi farlo quando ti pare, ma non cercando di impedire a me di continuare il mio destino”. Sono solo alcune delle rivelazioni choc fatte dal cantante Don Backy sul collega Luigi Tenco, morto suicida in una stanza d’albergo dopo essersi esibito sul palco di Sanremo 1967. Parole pensanti quelle raccontate da Aldo Caponi, in arte Don Backy, a Serena Bortone durante la trasmissione di Ra1 ‘Oggi è un altro giorno’. Don Backy avrebbe voluto che il Festival di Sanremo continuasse con la gara canora, anziché bloccare tutto in segno di lutto per la tragedia che ai tempi sconvolse l’Italia intera. E lo ha detto proprio oggi, 21 marzo, giorno in cui Tenco avrebbe compiuto 85 anni. Ecco cosa è successo.

La rivelazione

Ospite della trasmissione ‘Oggi è un altro giorno’, Don Backy ha riacceso i riflettori su quel tragico Festival del 1967, ricordato da tutti per la morte di Luigi Tenco, suicida a soli 28 anni. Don Backy era in gara con la canzone ‘L'immensità’, Tenco con il brano ‘Ciao amore, ciao’. Nella penultima serata successe l’irreparabile: la squalifica di Tengo dal ripescaggio contro ‘La rivoluzione’ di Gianni Pettenati e l’uscita di scena all’improvviso. A notte fonda si diffuse la notizia del suicidio e la Rai decise di interrompere il Festival in segno di lutto. “I sentimenti sono stati contrastanti, si erano formate due fazioni: una che voleva assolutamente sospendere il festival” e l’altra che spingeva per proseguire la gara. “Io ero fra quelli che avrebbero voluto continuarlo – ammette Don Backy a distanza di 55 anni – ho anche la mia motivazione per cui avrei voluto questo. Se Luigi fosse venuto da me quella sera (o da chiunque altro) e mi avesse detto ‘guarda, ho questa intenzione’, io l’avrei legato al letto, l’avrei assolutamente dissuaso. Ma se lui prende una decisione, che è una sua decisione autonoma, senza consultarmi, senza venirmi a dire ‘ho intenzione di fare questo’, io che ho legato a quella canzone il mio futuro non ammetto che qualcuno intervenga per bloccare quella che è la mia decisione di continuare a vivere e di andare avanti, con la sua decisione invece di farla finita lì. No, tu puoi farlo quando ti pare, ma non cercando di impedire a me di continuare il mio destino”.

Bortone: "Ragionamento spietato"

"Posso dirti che è un ragionamento un po’ spietato?”. È stata questa la reazione a caldo della conduttrice Serena Bortone, abilita dalle frasi choc del suo ospite. “È un ragionamento semplicemente logico, non è spietato. Ripeto: il mio destino è legato a questa canzone, si è dimostrato nel tempo. Avrei dovuto rinunciare a una chance?”, ha risposto Don Backy. E Serena ribatte: "Siamo un Paese libero, io non condivido questo ragionamento, lo trovo un po’ spietato, un po’ forte".

La morte di Tenco: cosa accadde quella notte

Era il 27 gennaio del 1967 quando, di colpo, l’Italia si blocco. Tutto il Paese stava seguendo il Festival della canzone italiana, la 17esima edizione condotta da Mike Bongiorno. Quell’anno, Luigi Tenco – considerato uno dei più importanti cantautori italiani – era in gara con il brano ‘Ciao amore ciao’, cantata, come si usava a quel tempo, anche da Dalida. Era una canzone forte per la cornice leggera del Festival, parlava d'amore sullo sfondo del dramma dell’Italia contadina costretta a nuove scelte dall’urbanizzazione incalzante, riprendendo le tematiche di Pasolini. Ma la prima versione, poi modificata da Tenco, era ancora più diretta: parlava di soldati che partivano per la guerra, ma la censura forse non lo avrebbe permesso. Il brano di Tenco non venne apprezzato dalle giurie del Festival e non fu ammesso alla serata finale, classificandosi solo al 12esimo posto. Fallito anche il ripescaggio, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto. Già poco prima di salire sul palco, la sera del 26 gennaio, Tenco parlò con Mike Bongiorno e pare che disse: “Questa è l'ultima volta”. E così fu. Luigi Tenco aveva solo 28 anni. La sera della sconfitta al ripescaggio si ritirò all’hotel Savoy. L’ultima telefonata a Ennio Melis (capo della Rca) sarebbe terminata all'una di notte del 27 gennaio. Un'ora dopo, il corpo di Tenco verrà ritrovato senza vita da Dalida nella stanza 219. La sua morte segnò in modo indelebile il panorama musicale e culturale italiano.

 

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