di Carla Maria Casanova Il suo curriculum è impressionante. Quasi quanto le variazioni italiane della grafia del suo nome: Solomea Krusceninska, Solomija Krušel’nyc’ka, Solomiya Krushelnytska, o Kruszelnicka, o Krucenjnski, fino a Salomea Krusceniski. Nata a Biliavyntsi (allora Galizia, Ucraina, il 23 settembre 1872) in una nobile e antica famiglia greco cattolica con profonde tradizioni religiose, culturali e musicali, in qualunque modo la vogliamo chiamare Salomea Krusceniski è una delle massime cantanti liriche del XX secolo. Caruso, Chaliapin, Tita Ruffo si gloriavano di cantare con lei. Puccini la predilesse (fu lui a volerla per il “rilancio” di Madama Butterfly), Gabriele d’Annunzio scrisse per lei un’ode poi musicata da Renato Brogi… E, notizia sensazionale, fu la sola donna – a detta dello stesso Toscanini – che gli resistette. Dopo il felice esordio al Teatro di Leopoli nel 1893, Salomea decide di perfezionarsi in Italia. Debutta a Cremona nel 1895, come Manon Lescaut. Oramai lanciata, parte per il Cile. Abborda il repertorio wagneriano. Dal 1898 al 1902 è impegnata al Teatro Imperiale di Varsavia come “primo soprano”. Nel 1900, a San Pietroburgo, è Aida accanto a Enrico Caruso, debuttante come Radames. E arriva il fatidico 1904. Puccini vuole riabilitare Madama Butterfly, fischiata alla Scala, e vuole Salomea al posto di Rosina Storchio. Il 28 maggio 1904, al teatro Grande di Brescia, sotto la bacchetta di Cleofonte Campanini, Salomea porta al trionfo Cio Cio-san, personaggio che canterà poi ovunque, anche nell’ottobre 1905 a Bologna, sotto la guida di Toscanini. Con Toscanini, il 26 dicembre 1906, Salomea porta alla Scala Salome di Richard Strauss. Pubblico e critica sono esterrefatti nel vedere la protagonista eseguire lei stessa la celeberrima “danza dei sette veli”. Salomea infatti è anche bellissima e si muove come una dea… In questo periodo, è vittima di uno stolker. Un giovane pittore ferrarese, Manfredo Manfredini, invaghito ...
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