Venerdì 12 Aprile 2024

Dive e baci: c’eravamo tanto fotoromanzati

Il primo numero di “Grand Hôtel” usciva 75 anni fa. E nasceva un fenomeno editoriale tutto italiano che ha fatto sognare intere generazioni

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La copertina di “Sogno“ del ’50 con Sophia Loren (Sofia Lazzaro) al MoMa di New York

di Silvia Gigli

C’era un tempo in cui le ragazze italiane sognavano passioni impossibili sfogliando riviste piene di foto di uomini e donne belli e seducenti, coinvolti in intricate ma pudicissime storie d’amore. Romanticismo e palpiti, fanciulle trepidanti per l’amato malvisto dalla famiglia, tradimenti e riconciliazioni, scaramucce e baci a fior di labbra. Era il bello dei fotoromanzi, riviste inventate in Italia nel 1946, frutto dell’ingegno di chi capì che c’era bisogno di sorridere e sognare per non vedere, almeno per un istante, le macerie di un’Italia piegata dalla seconda guerra mondiale.

"Il fotoromanzo è una creazione nazionale – spiega Aldo Dalla Vecchia, autore televisivo e giornalista che ha pubblicato Trionfo d’amore. Breve storia del fotoromanzo per Graphe.it – con tre date di nascita, molti padri o sedicenti tali. Il primo compleanno è il 26 luglio 1946, esattamente 75 anni fa, quando esce “Grand Hôtel”. Il primo numero va esaurito in un lampo e viene ristampato più volte. In pochi mesi la rivista diventa un fenomeno editoriale straordinario".

Se il primo fu “Grand Hôtel”, il 25 maggio 1947 uscì “Bolero film”, primo “fumetto fotografico” firmato da Cesare Zavattini che sceneggiò le prime storie. Anche Damiano Damiani diresse i set in cui nacque la testata “Il mio sogno“ (in seguito “Sogno“) che uscì l’8 maggio 1947. Costava 20 lire e in uno dei primi numeri, Nel fondo del cuore, la protagonista era una certa Diana Loris, al secolo Gina Lollobrigida.

Negli anni ’50 su “Sogno“ debutta anche Sophia Loren, alias Sofia Lazzaro. "Ero innamorata del cinema – racconta –. A 15 anni, grazie ai concorsi di bellezza, riuscii ad apparire in fotoromanzi come “Sogno“. Erano un buon trampolino per il cinema, e soprattutto per farsi conoscere al grande pubblico".

Considerato un genere di serie B, il fotoromanzo ha giocato un ruolo non secondario nell’insegnare a leggere a molte ragazze italiane. Negli anni ‘50 ne circolavano 1 milione e 600 mila copie. Negli anni ’60 la casa editrice Lancio partorì testate come “Letizia”, “Charme”, “Marina”. È del ’75 il primo fotoromanzo a colori e nel ‘76 la tiratura globale raggiunse oltre 8 milioni e 600mila copie al mese.

Gli attori finirono sui primi poster da appendere in camera. Katiuscia, al secolo Caterina Piretti, è chiara: "A sentire la gente nessuno li comprava, li trovavano tutti dal parrucchiere o dalla donna di servizio. Ma ne abbiamo venduti almeno 25 milioni. Non credo esista donna sotto i cinquant’anni che non sappia chi sono io. O chi erano Franco Gasparri, Claudia Rivelli, Michela Roc".

La stessa Ornella Muti, che insieme alla sorella Claudia debuttò proprio su quelle riviste come Francesca Rivelli, racconta: "Avevo solo 13 anni, mi sentivo impacciata e timida. Mi vergognavo tantissimo. Quando facevo le foto andavo nel pallone. Era una tortura". Sebbene tutti avessero notato la straordinaria bellezza della ragazzina, Ornella rivela che "era un mondo dove la dea del fotoromanzo non ero certo io ma mia sorella Claudia, o Katiuscia. Io mi sentivo Cenerentola".

Sul set, con Katiuscia, i divi erano Franco Gasparri, Adriana Rame, Michela Roc, Alex Damiani, Sebastiano Somma. Ma anche – in anni diversi – Vittorio Gassman, Raffaella Carrà, Laura Antonelli, Barbara De Rossi, Franco Califano, Renzo Arbore, Patty Pravo, Mike Bongiorno, Francesca Dellera, Massimo Ciavarro, Roberto Farnesi, Ettore Bassi, Simona Ventura. Franco Gasparri, bruno e tenebroso, è stato forse il più amato e nel ’75 raggiunse il successo al cinema con Mark il poliziotto di Stelvio Massi. La sua vita tragica spezzò il cuore di tante fan: nato a Senigallia nel ’48, a 32 anni, nel 1980, rimase vittima di un incidente con la moto in seguito al quale rimase paralizzato: questo lo portò a interrompere la carriera cinematografica, ma non quella di attore nei fotoromanzi; morì comunque a soli 51 anni, dopo aver perso – cinque anni prima – la moglie, madre delle sue due figlie.

Negli anni ’80 inizia il declino del genere, ma oggi i fotoromanzi continuano ad essere pubblicati su “Grand Hôtel” e nelle 5 testate della Lancio: “Sogno”, “Letizia”, “Kolossal”, “Charme” e “Kiss”. Strano ma vero: i primi gloriosi numeri sono tornati in edicola grazie a Sprea Editori. Il tempo per sognare non basta mai.

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