Diplomazia astronautica

Giovanni

Morandi

La passeggiata tra le stelle che la nostra Samantha Cristoforetti farà con il collega russo, che è con lei nello spazio, ridà un ruolo politico alle imprese scientifiche ed è annunciata come una prova di diplomazia. Così questa donna e quell’uomo che cammineranno nello spazio, una accanto all’altro, per sei o sette interminabili ore diverranno per l’occasione gli ambasciatori di un’umanità trepidante e in grande ansia. Per contrasto a questo evento viene in mente uno scanzonato siparietto che ebbe come protagonisti negli anni Novanta (1995) una bella astronauta russa, Elena Kondokova, e un suo collega, Valery Poliakov, che erano insieme sulla Mir. Tutto sarebbe filato liscio se i computer della base a terra in un certo giorno non avessero registrato una inconsueta e singolare sincronia nell’andamento dei battiti cardiaci e del ritmo respiratorio di Elena, anni 38, e di Valery, anni 52. I giornali impudichi titolarono: “Si può fare anche lassù”. A impresa conclusa telefonai all’astronauta e lei divertita mi disse ridendo: “Ma è meglio farlo quaggiù”. La telefonata fu simpatica e vivace ma ebbe una brusca interruzione per iniziativa del marito che per niente contento strappò la cornetta alla moglie e infuriato mi mandò al diavolo, giudicando inopportune le domande che formulavo. Fu una scenetta da commedia, lei allegra, lui furioso di gelosia. A ripensarci sembra passato un secolo tra quel tempo pieno di aspettativa e oggi dove tutto è cupo. Tra allora, quando giocavamo con improbabili scappatelle spaziali e ora che confidiamo che perfino una passeggiata nello spazio possa aiutarci ad uscire dagli incubi.

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