
Seduti nel tranquillo giardino di un bar sui Navigli a Milano, è un vero piacere poter ascoltare Niccolò Devetag, designer...
Seduti nel tranquillo giardino di un bar sui Navigli a Milano, è un vero piacere poter ascoltare Niccolò Devetag, designer milanese, raccontare il suo esordio al Salone del Mobile. A soli 23 anni, si trovava lì con il suo progetto, la console Ninfea di Porada, per il quale aveva appena vinto l’International Design Award. Era il 2018. Nel padiglione accanto lo aspettavano, invece, per la premiazione del concorso Riva 1920. Una giornata straordinaria per uno studente. Devetag è arrivato nuovamente primo al Porada International Design Award nel 2019 con Frame e nel 2023 con Ginko.
Qual è stata, secondo lei, la chiave del successo con Porada?
"La chiave sta nella sintonia di idee e visioni condivise dal team riguardo al progetto. L’aspetto tecnico è altrettanto fondamentale: le belle idee sono tante, ma solo poche danno vita ad un prodotto commercializzabile. Inoltre, ho cercato di orientare l’azienda verso un tipo di prodotto che non aveva ancora, ma che rispecchiasse il suo know-how".
Ha avuto Piero Lissoni come docente al Politecnico di Milano. L’insegnamento che le è rimasto più impresso?
"Lissoni ripeteva sempre che non bisogna innamorarsi del proprio progetto. C’è un momento delicato in cui occorre capire se quell’idea può andare avanti o si trova su un binario morto. Quando disegno, ho molto entusiasmo ed è poi difficile maturare il distacco necessario per decidere lucidamente se proseguire o cambiare strada".
A cosa sta lavorando attualmente?
"Collaboro con due studi: Quincoces-Dragò e Meda di Francesco e Alberto, che mi danno la possibilità di affrontare progetti diversi, sia di architettura d’interni sia di design del prodotto. In particolare, sto proseguendo la collaborazione con Porada per una poltrona lounge. Inoltre, lavoro ad un progetto innovativo che riguarda il vetro muranese, in collaborazione con artigiani veneziani, il cui lancio è previsto per aprile".
Qual è il filo conduttore dei suoi progetti?
"Inizio cercando di capire ciò che già esiste sul mercato: è impossibile sviluppare qualcosa di completamente nuovo senza un’analisi accurata del contesto. Mi lascio poi ispirare da ambiti lontani dal mio settore, con l’intento di creare un design innovativo".
Il prodotto in cui è riuscito ad applicare meglio questo approccio?
"La madia Pebble per Porada, una madia classica adattata allo stile dell’azienda con forme morbide e pannelli tecnologici".
L’intelligenza artificiale è un utile strumento o una minaccia?
"Forse ho una visione troppo poetica, ma credo che l’uomo farà sempre la differenza".