Giovedì 18 Aprile 2024

Depp e Douglas superstar: ed è subito Cannes

Ieri sera il primo tappeto rosso per l’attore dopo le traversie giudiziarie, tra l’entusiasmo dei fan. Palma alla carriera a Michael

di Giovanni Bogani

Johnny Depp arriva sul tappeto rosso ed è un trionfo di selfie, di sorrisi, di autografi. Non c’è traccia delle contestazioni annunciate, anche perché la città di Cannes ha vietato tutte le manifestazioni. L’atmosfera è in tutto e per tutto tranquilla. A sancire quella che è, per Johnny Depp, una rinascita. Rinasce, Johnny Depp, bandito dall’industria cinematografica americana dopo le accuse dell’ex moglie Amber Heard, per le quali l’attore è stato comunque assolto. Rinasce, protagonista del film d’apertura del festival, Jeanne du Barry di Maïwenn, regista e attrice franco-algerina. Le ore che hanno preceduto l’inaugurazione non sono state delle più tranquille, con il montare della protesta #CannesYouNot rivolte contro Depp, e le polemiche riguardanti la regista, Maïwenn, che ha ammesso di avere preso a sputi, mesi fa, il giornalista Edwy Plenel, in un ristorante parigino. Infine, a completare il quadro, le perplessità dei media Usa per i soldi che hanno finanziato il film di Maiwenn, provenienti da un fondo saudita, la Red Sea Foundation.

Ma sul red carpet c’è solo festa, e la celebrazione del cinema, del divismo. Depp si presenta un po’ imbolsito, gli occhi come sempre bistrati, gli orecchini, i capelli raccolti in una coda, lo sguardo pesante, un po’ marlonbrandizzato, le movenze caute, forse un po’ lente. È il suo momento, il suo ritorno, dopo che Hollywood gli ha detto no in molti modi, cancellandolo da franchise come Animali fantastici, dopo le accuse di Amber.

Nella sera in cui si apre il festival cinematografico più importante del mondo, riceve la Palma d’oro speciale alla carriera Michael Douglas. Quel ghigno che si è portato dietro dagli anni ’80, da Wall Street, poi dal corpo a corpo con Sharon Stone in Basic Instinct, in Un giorno di ordinaria follia, in Attrazione fatale, il vecchio Michael Douglas ce l’ha ancora. E nonostante i 78 anni, e la lotta con il cancro che dura da qualche anno, è ancora in forma. Si gode la standing ovation, poi inizia a parlare. "Mamma mia – dice –. Che abbraccio enorme. E come sono vecchio: sono nato prima di Cannes! Mi sono spesso chiesto: ma come ho fatto a resistere tanto? E poi mi dico: l’esempio di alcuni attori con i quali ho iniziato a studiare, Marlon Brando, e soprattutto mio padre. Per tutti era un divo, ma per me era soprattutto un papà. Quello che mi ha fatto conoscere Gregory Peck, Frank Sinatra e Tony Curtis: quello che mi ha insegnato la tenacia, la forza nel lavoro". Poi, la dedica alla moglie Catherine Zeta-Jones e alla figlia Carys Zeta, che lo seguono orgogliose dalla platea.

A condurre la cerimonia, Chiara Mastroianni. Conduce con proprietà, con autorevolezza, e parla nel suo discorso inaugurale delle origini del festival. "È nato come risposta all’orrore (si riferisce all’orrore nazista, ndr). È un festival che nasce nel nome della libertà: la libertà di osare, di immaginare, di creare". Rivendica, così, la natura “politica“ di Cannes, che fu ideato alla fine degli anni ’30, ma che poté inaugurarsi solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

E poi, quasi inaspettatamente, annuncia "una leggenda del cinema: lei non vuole che la si chiami così, ma da me può accettarlo: la conosco…". È sua madre, Catherine Deneuve. Che nel suo discorso finale dimentica un “piccolo“ particolare. Torna verso la figlia, posa il microfono, poi lo riprende: "Ah, scusate! Ho dimenticato una cosa! Dichiaro aperto il 76° festival di Cannes!" Senza la formula di rito, non si sarebbe potuto iniziare.

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