Mercoledì 24 Aprile 2024

Delusione Pausini. A sorpresa l’orgoglio italiano è la musica di Einaudi

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"Torno in Italia felice di aver vissuto un’esperienza irripetibile nata per un messaggio importante che condivido completamente e per la grande passione che dopo ventotto anni ho ancora per la musica che non è solo il mio lavoro, ma è la mia vita": così ieri Laura Pausini, che si è vista sfilare il premio per la migliore canzone dalla 24enne H.E.R. e dal suo inno che incarna l’attualità del movimento Black Lives Matter, il brano Fight for you del film sul leader delle Pantere Nere Fred Hampton Judas and the Black Messiah. Nulla di fatto per Laura, che ha sfilato sul red carpet elegantissima in Valentino, nonostante la sua Io sì (canzone del film di Edoardo Ponti con Sophia Loren La vita davanti a sé) avesse già vinto il Golden Globe. E nulla di fatto anche per le altre due nomination italiane: gli Oscar per costumi e trucco e parrucco sono stati scippati al Pinocchio di Garrone da un altro film ad alto impatto orgoglio nero, Ma Rainy’s Black Bottom, ambientato a Chicago negli anni ’20 e ispirato alla cantante blues realmente esistita Ma Gertrude Rainey (sullo schermo Viola Davis; nomination postuma per questo film all’ex eroe Marvel Chadwick Boseman, scomparso in agosto a soli 43 anni).

Un tocco d’Italia agli Oscar è stato portato da due citazioni felliniane: quella di Laura Dern che ha parlato del suo amore per Giulietta Masina nato quando vide La strada, e quella Nicolas Becker, Oscar per il sonoro di Sound of Metal: "Fellini ha detto una volta che quello che rimane nel cinema è la vitalità umana", ha dichiarato ritirando il premio. Il classico momento “In memoriam” ha poi ricordato i nostri grandi scomparsi nei mesi scorsi: Ennio Morricone, il maestro della fotografia Giuseppe Rotunno e il produttore (Salò, Ultimo tango a Parigi) Alberto Grimaldi. E c’è qualcosa di più di un tocco italiano nei due film trionfatori: le bellissime musiche di Nomadland (tre Oscar) e di The Father (due Oscar) sono di Ludovico Einaudi. "Un po’ quei premi li sento anche miei – ha detto ieri il compositore con orgoglio –. Un film è del regista che decide di farlo, ma poi ha bisogno della collaborazione di tante persone per realizzarlo".

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