Ogni 6 secondi scompare una foresta grande come un campo da calcio

L’impietoso report del Global Forest Watch mostra come la deforestazione stia accelerando sempre di più, con conseguenze nefaste per l’ambiente e l’uomo

La foresta amazzonica, fra le aree più impoverite secondo lo studio Global Forest Watch

La foresta amazzonica, fra le aree più impoverite secondo lo studio Global Forest Watch

Il 2019 è stato uno degli anni più neri per le foreste tropicali di tutto il mondo: una analisi del Global Forest Watch, gestita dal World Resource Institute (WRI) rileva che ogni sei secondi è andata persa una parte di foresta grande come un campo di calcio. Sì, ogni 6 secondi. Si tratta di aree boschive molto importanti per la biodiversità e l’equilibrio dell’ambiente, ovvero le foreste primarie, che ospitano alberi vecchi, grandi quantità di specie vegetali e animali. E che danno il loro contributo alla salubrità dell’aria che respiriamo assorbendo enormi quantità di gas serra.

Una foresta grande come un campo da calcio scompare ogni 6 secondi

L’allarme del WRI non è da sottovalutare: lo studio, per il quale sono state utilizzate immagini raccolte dai satelliti posizionati in ogni parte della Terra, mostra come 9,3 milioni di acri di foresta pluviale tropicale siano andati distrutti lo scorso anno, il che rappresenta il terzo declino peggiore dal 2000, che si è mangiato un'area grande quasi quanto la Svizzera. Mikaela Weisse, project manager del GFW, ha dichiarato a Thomson Reuters Foundation: "Le foreste primarie sono le aree di cui siamo più preoccupati e hanno le maggiori implicazioni per il carbonio e la biodiversità. Il fatto che le stiamo perdendo così rapidamente è davvero preoccupante".

Il ruolo del Brasile

Già nel 2016 e 2017 la perdita di aree di foresta primaria avevano raggiunto livelli record, poi si era notato un miglioramento nel 2018. Nel 2019 però abbiamo visto un aumento del 2,8% nella scomparsa di aree forestali. I motivi? Espansione agricola, incendi, disboscamento, estrazione mineraria e la crescita della popolazione, spiegano i ricercatori del GFW. Fra i paesi che più contribuiscono alla deforestazione, lo studio indica al primo posto il Brasile: oltre un terzo di tutte le perdite di foreste primarie nel 2019 sono imputabili alla politica del presidente Jair Bolsonaro (in un anno la deforestazione è salita dell’85%) e alle abitudini dei contadini dal paese sudamericano, che hanno portato alla cancellazione di 1,36 milioni di ettari di verde amazzonico. Altri paesi in cui le foreste perdono terreno sono la Bolivia, la Repubblica Democratica del Congo e Australia (a causa dei devastanti incendi che la hanno colpita nei mesi scorsi ha visto le perdite salire del 560%).

Pessime previsioni anche per il 2020

Dato che gli alberi delle foreste assorbono circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, si capisce il senso della dichiarazione di Frances Seymour, del World Resources Institute, al New York Times: "Il livello di perdita delle foreste che abbiamo visto nel 2019 è inaccettabile. Sembra che stiamo andando nella direzione sbagliata". E l'analisi dei primi mesi del 2020 non fa ben sperare: sempre in Brasile è stata erosa un'area quasi quattro volte più grande di Parigi nel solo mese di aprile (+ 64% da aprile 2019). Nonostante la pandemia di coronavirus che ha fermato gran parte dell’economia mondiale, le foreste sembra continuino a perdere terreno in Brasile: i primi 4 mesi del 2020 mostrano dati scoraggianti con un +55% nella perdita di foreste.
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