Giovedì 25 Aprile 2024

De Gregori-Venditti, nati sotto il segno del duo

Giovani amici, poi divisi, ora di nuovo insieme: i cantautori reinterpretano “Generale“ e “Ricordati di me“. Aspettando il concerto

Antonello Venditti, 72 anni, con Francesco De Gregori, 70 anni

Antonello Venditti, 72 anni, con Francesco De Gregori, 70 anni

La data cerchiata in rosso è quella del 18 giugno. Dopo mezzo secolo di canzone d’autore, infatti, Antonello Venditti e Francesco De Gregori tornano a fare coppia allo Stadio Olimpico, ma intanto iniziano a muovere le acque reinterpretando a due voci un paio di classici dei loro repertori come Ricordati di me e Generale disponibili in digitale già da ieri e in uscita su 45 giri (che nostalgia) il 4 marzo.

Due anni fa Venditti e De Gregori avevano omaggiato Dalla con una loro versione di Canzone, poi Francesco se n’era volato negli Emirati portandosi l’amico sul palco di Expo Dubai 2020 per restituirgli la cortesia di averlo voluto ospite due anni prima in Arena alla celebrazione veronese di Sotto il segno dei pesci.

Antonello e Francesco si sono conosciuti nel ’69 tra le pareti fumose del Folkstudio di Roma, ma il sodalizio è nato l’anno successivo in Ungheria, durante un tour organizzato della Federazione Giovanile Comunista locale che li portò a scrivere sulla strada le loro prime canzoni. Quando Venditti in Notte prima degli esami ricorda "quattro ragazzi con la chitarra, e un pianoforte sulla spalla" parla proprio di lui, Francesco, Ernesto Bassignano e Giorgio Lo Cascio al tempo delle loro prime esperienze nel celebre locale di Trastevere.

Theorius Campus, l’album “in condominio” dove trovano pure modo d’incrociare le voci in un paio di brani (Dolce signora che bruci e In mezzo alla città), sarebbe arrivato un paio d’anni dopo. Un’unione forzosa, come ricorda De Gregori. "Per una serie di circostanze io e Antonello ci trovammo a firmare, indipendentemente e a un solo giorno di distanza, lo stesso contratto con la stessa casa discografica (la It, ndr); al Folkstudio, infatti, eravamo gelosi uno dell’altro e se a uno capitava la possibilità di firmare un contratto non andava certo a dirlo all’altro. Quindi, con sorpresa e reciproco sospetto, ci incontrammo lì... poi facemmo questo disco a due per risparmiare". Dopo, il botta e risposta – più leggenda che realtà – a suon di note: Piano bar di De Gregori (per Venditti), Scusa Francesco di Venditti (per De Gregori).

Dei due il “Principe” è quello che nel tempo s’è mostrato più incline alle collaborazioni, varando nel ’79 con Lucio Dalla l’epocale tour di Banana Republic, con il bis dopo 31 anni. In mezzo il sodalizio con Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron del tour del 2002, seguito dalla collaborazione con Giovanna Marini de Il fischio del vapore e il primo ritorno di fiamma per Venditti con Io e mio fratello scritta a due mani per l’album Che fantastica storia è la vita.

Ma la canzone è piena di incontri e reincontri, di separazioni e condivisioni, basta ricordarsi quelli di Dalla con Morandi o di Morandi con Baglioni. Che tempi quando Jovanotti condivideva palco e canzoni con Luca Carboni, poi il sodalizio da stadio o da palasport ha iniziato a diventare industria e s’è perso un po’ di romanticismo, ma è rimasto vincente: il San Siro di J-Ax con Fedez (già a un passo dal dirsi addio), le arene gremite per il juke box generazionale di Nek, Pezzali e Renga o quelle gonfie di passione affollate da Laura Pausini e Biagio Antonacci. L’unione (dei repertori) fa la forza. Ed è pure un affare.

 

 

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