DanteDì: perché il 25 marzo la giornata di Dante Alighieri

Com'è nata, perché si chiama così e come mai si svolge proprio il 25 marzo?

La statua di Dante Alighieri a Firenze

La statua di Dante Alighieri a Firenze

Giovedì 25 marzo 2021 si celebra in Italia il Dantedì, cioè la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri (1265-1321), che anche quest'anno è in forma virtuale, senza cioè letture o conferenze dal vivo, a causa della pandemia di Coronavirus. E così il Sommo Poeta, autore della 'Divina Commedia', può vantare un primato poco invidiabile: la sua festa è stata infatti istituita nel 2020 e di conseguenza per due anni consecutivi il Covid-19 gli ha messo i bastoni tra le ruote.

Perché si festeggia il 25 marzo

Per quanto non vi siano prove che consentano di stabilirlo con certezza, è opinione comune fra intellettuali e studiosi che il viaggio raccontato da Dante Alighieri nella 'Divina Commedia' sia iniziato il 25 marzo del 1300. In questo giorno, dunque, Dante si sarebbe ritrovato "per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita" (dove la selva oscura è allegoria del peccato e la diritta via rimanda alla virtù) e avrebbe incontrato il poeta Virgilio, dando inizio all'attraversamento dei tre regni ultraterreni, Inferno Purgatorio e Paradiso.

Lo speciale DanteDì

Coma nasce e perché si chiama così

Come già anticipato, la giornata nazionale dedicata a Dante ha una data di nascita molto vicina, il 2020. Il seme dalla quale è germogliata è di poco precedente e risale a un editoriale firmato dal giornalista e scrittore Paolo Di Stefano, pubblicato sul Corriere della Sera il 19 giugno 2017. In quelle righe Di Stefano avanzò la proposta di istituire una giornata sul modello del Bloomsday che cade il 16 giugno di ogni anno: commemorazione dello scrittore irlandese James Joyce e in particolare del suo romanzo 'Ulisse', che si svolge in una sola giornata, appunto quella del 16 giugno 1904, e ha per protagonista un personaggio di nome Leopold Bloom (da qui il nome Bloomsday). L'idea di Paolo Di Stefano fu accolta favorevolmente, da singoli esponenti della cultura italiana come da blasonate istituzioni, ad esempio l'Accademia della Crusca, la Società Dantesca Italiana, l'Associazione degli Italianisti, la Società Dante Alighieri e via di questo passo. Così all'inizio del 2020 il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini propose al Consiglio dei ministri di istituire il Dantedì. La direttiva del 17 gennaio consentì di passare dalle intenzioni alla pratica. Ultimo dettaglio: il nome Dantedì è nato in seguito a una chiacchierata tra Paolo Di Stefano e il linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca. Il riferimento, italianizzato, è al Bloomsday (il giorno di Bloom).