"Danish, lo sguardo dei dimenticati"

Il Siena Photo Awards ricorda Siddiqui, il fotoreporter indiano giustiziato in Afghanistan l’anno scorso

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di Pino Di Blasio

Si chiamava Danish Siddiqui, era una fotoreporter indiano di 38 anni, lavorava per Reuters, è stato ucciso in Afghanistan il 16 luglio 2021 in uno scontro tra le forze di sicurezza afghane e i talebani, a un passaggio di frontiera con il Pakistan, Spin Boldak, a sud di Kandahar. Ha vinto due premi Pulitzer: il primo per il reportage sulle persecuzioni dei Rohingya, tra Myammar e Bangladesh, il secondo, conferitogli dopo la morte, per il racconto della pandemia di Covid in India. Ha raccontato il terremoto in Nepal nel 2015, le rivolte a New Delhi, le proteste a Hong Kong, la battaglia di Mosul.

Le foto di Danish Siddiqui e il talk a lui dedicato al Teatro dei Rinnovati con il suo capo alla Reuters Asia, Adrees Latif, e Frederike Harrant, la moglie e madre dei suoi due figli, hanno aperto ieri il Siena International Photo Awards 2022. Il Festival del fotogiornalismo e dei ritratti d’autore, che vede in mostra gli scatti più belli da tutto il mondo, le immagini creative, sulla bellezza della natura e sugli animali, oltre alle foto dall’alto scattate con i droni, che si chiuderà il 10 novembre. E che l’anno scorso, con la vittoria della foto dell’abbraccio tra il piccolo Mustafa e suo padre Munzir, ha commosso il mondo e dato una nuova vita al bimbo siriano nato senza braccia né gambe.

"Cosa c’è di speciale nelle foto di Danish? Lui era capace – racconta Adrees Latif – di catturare l’umanità, immortalare il momento, trasmettere un’emozione attraverso lo specchio della realtà. Non tutti i fotografi ci riescono. Serve avere occhio, uno spirito puro, una personalità molto curiosa. Danish Siddiqui aveva la passione per le foto, non solo il talento del fotografo".

Documentava l’umanità oltre i confini, stando al titolo scelto per il talk. E mentre i relatori parlano sul palco, ricordando che "sono le storie che uniscono i popoli, come diceva Tyrion Lannister, e non c’è niente al mondo più potente di una buona storia", sul grande schermo del Teatro scorre una selezione delle foto di Danish Siddiqui. La prima ritrae spettatori in un cinema indiano che guardano un film di Bollywood: i loro occhi sono catturati dallo schermo.

"Una delle foto che preferisco – racconta la moglie Frederike – è quella del babbo che porta sulle spalle il figlio mentre tornano al loro villaggio dopo il primo lockdown per il Covid in India. Si percepisce la sofferenza, la voglia di sopravvivere, il desiderio di tornare da amici e familiari. Quando Danish era in viaggio, cercavo di bloccare le notizie dai Paesi dove andava per tutelare i nostri due figli. Gaurdavo se venivano pubblicati i suoi video, così sapevo che era vivo. La sua felicità era raccontare storie e illuminare le persone meno considerate, gli ultimi. La sua passione era così grande che non potevi trattenerlo. Dovevi lasciarlo andare".

Ad applaudire il ricordo di Danish Siddiqui tutti gli altri grandi fotografi del Sipa 2022: da Dan Winter, ritrattista di celebrità come Helen Mirren e Al Pacino, a Ami Vitale, con il suo documentario sui piccoli elefanti orfani.

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