Dall’opera al rock: l’Eurovision prende Il Volo

Stasera i tenori ospiti a Torino: sono i più televotati della storia dello show. "Tifiamo per l’Italia. E per il coraggio di Achille Lauro"

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di Andrea

Spinelli

"Tatatatatata…". Laura Pausini omaggia Pippo Baudo e la storia di Sanremo questa sera davanti alle telecamere dell’Eurovision nella seconda semifinale chiamata a laureare le dieci nazioni che sabato, con le 10 scelte martedì e i "big five" (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia) si disputeranno il Microfono di cristallo 2022. Ospite stasera Il Volo con una Grande amore dal battito rock grazie a una tonante rivisitazione del maestro Enrico Melozzi, lo stesso finito lo scorso anno sul gradino più alto di Sanremo con Damiano & Co. grazie a Zitti e buoni. Cantata in inglese e in italiano, si chiama ora You are my everything (Grande amore) ed è sulle piattaforme da ieri.

Se l’attacco hacker al sito dell’ESC partito nella giornata di ieri è fallito, a mettere in cattive acque organizzatori e "Voloskin" ci ha pensato la positività al Covid di Gianluca Ginoble, che ha costretto Piero Barone e Ignazio Boschetto (nella prova generale per le giurie di ieri sera come nella diretta di oggi) a esibirsi con la voce (registrata) del compagno, relegato "in essenza" sui maxischermi. "Quando è arrivata la notizia, ci siamo improvvisamente sentiti come Loredana Berté: in alto mare" ci ha scherzato sopra Ignazio, per allentare la tensione.

Dati alla mano, nessuno all’Eurovision ha incontrato i favori del pubblico come loro. Il Volo nel 2015 a Vienna prese il 78,1% (366 su 468) del massimo punteggio possibile (in questa speciale graduatoria i Maneskin risultano solo ottavi con il 69,74%, 318 su 456). Il Volo non vinse a causa dell’alt delle giurie. "L’anno che abbiamo partecipato il televoto contava meno di oggi", commentano.

Ma all’Eurovision si viene per vincere o partecipare?

"Innanzitutto, si viene per rappresentare il proprio Paese. Chiaro che chi partecipa vuol vincere. E Mahmood e Blanco sanno bene di essere fortissimi. Ma chapeau anche ad Achille Lauro per essersi ricavato un’opportunità con San Marino".

La svolta all’Eurovision in Italia l’avete data voi.

"Beh, è un dato di fatto che il passaggio della finalissima da Raidue a Raiuno è avvenuto l’anno dopo la nostra partecipazione del 2015. Per noi è stata forse la più grande vetrina e contiamo che lo sia pure stavolta per i concerti che facciamo in Europa con debutto domenica a Barcellona".

Un tempo c’era la convinzione che l’Italia preferisse un onorevole secondo posto al primo, per evitare gli oneri di organizzarlo. Sette anni fa, avete avuto questa sensazione?

"Guardiamo solo ai fatti. E i fatti dicono che l’Eurovision è tornato in Italia e muove l’economia del nostro paese, della discografia, aumenta le quotazioni degli artisti italiani e dà più forza al Festival di Sanremo, perché tanti artisti che prima lo guardavano con scetticismo ora ci vanno anche col pensiero all’Europa. Sia che gareggino per l’Italia che lo facciano per San Marino".

Un artista di questa edizione con cui sarebbe bello far nascere qualcosa?

"Maro, la portoghese. Ma anche l’inglese Sam Ryder".

Domenica ripartite in tour.

"Iniziamo dall’Europa, ma siamo soddisfattissimi soprattutto dell’Italia. Avevamo annunciato 4-5 concerti e ora sono 14, a cominciare dall’Arena di Verona il 3 e 4 giugno, ma anche Taormina, Ferrara, Torre del Lago, Agrigento, Brescia, Milano e tutti gli altri".

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