Dall’album al film: una storia che è la sua Il piccolo grande kolossal firmato Baglioni

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di Andrea Spinelli

Sotto uno spropositato schermo della Capitale a due passi da Castel Sant’Angelo, Claudio Baglioni alza il sipario su In questa storia che è la mia, il film di 80 minuti concepito attorno all’ultimo, omonimo, album che il cantore della maglietta fina lancia su ITsART, la piattaforma digitale del ministero della Cultura. Il film rimarrà in stream su ITsART sei mesi, per poi passare al cinema (non escluso un passaggio alla Mostra di Venezia) e alla tv.

Girato all’Opera di Roma in quattro giorni, dopo un mese di elaborazione creativa, il kolossal sarà in visione dal 2 giugno, giorno in cui Claudio, commendatore ormai da un ventennio, festeggerà la Repubblica con una nuova onorificenza al collo, quella di Grande Ufficiale. Con quel senso della (dis)misura che l’entusiasmo gli mette addosso, il Cecil B. DeMille del pop italiano nel raccontare questa nuova avventura parte dalle discussioni sulla forza innovativa dell’arte con Peter Gabriel ai tempi delle registrazioni di Oltre per spingersi fino ai concetti di opera e teatro totale di Wagner e Gropius. "Parlando col sovrintendente Carlo Fuortes del destino dei miei concerti a Caracalla rimandati al prossimo anno, ci siamo detti: perché non tentare una collaborazione sulla storia raccontata da questo mio album “visivo”, uscendo da una scena predeterminata per provare a creare qualcosa di nuovo?", spiega Baglioni.

Alla regia Giuliano Peparini, in scena 76 musicisti, 69 coristi, 43 tra ballerini e performer, e ospiti come Pierfrancesco Favino, l’étoile Eleonora Abbagnato, il pianista Danilo Rea. Tutto su una scena essenziale, con alberi, lampioni, statue e anche orologi perché “tempus fugit” come sabbia tra le dita sottolinea la scena finale in cui il neo-settantenne Claudio passa una clessidra al figlio Giovanni sulle note di Uomo di varie età. Intanto – serio o no – Baglioni si autocandida a realizzare il prossimo Eurovision, in arrivo nel nostro paese dopo 31 anni grazie alla vittoria dei Måneskin: "Mi piacerebbe poterlo organizzare con Peparini. Abbiamo esperienza e ne abbiamo già combinate diverse, anche a Sanremo. Noi ci proponiamo… al massimo ci risponderanno di no".

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