Venerdì 19 Aprile 2024

Dal Centre Pompidou ai Lloyds Addio Rogers, l’amico di Piano

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L’ultimo progetto è una piccola galleria d’arte nel sud della Francia, un edificio leggero come una poesia, sospeso come un’astronave sul bordo di una collina, con l’arancio degli elementi strutturali in bella evidenza a contrasto con il verde dei vigneti di Chateaux la Coste. Ma dall’iconico Centre Pompidou, quello che rivoluzionando l’idea di museo portò fama mondiale a lui e all’amico Renzo Piano, all’imponente palazzo dei Lloyd’s a Londra con le sue torri d’acciaio, dall’aeroporto Barajas di Madrid con le sue forme sinuose fino al grande lavoro urbanistico che trasformò Scandicci da dormitorio-satellite di Firenze a città con identità autonoma, nei progetti di Richard Rogers, il grande architetto italo inglese morto sabato a Londra a 88 anni c’è sempre qualcosa che in qualche modo sembra alludere al gioco, che evoca l’allegria, l’amore per la luce e per i colori che hanno sempre fatto da sfondo all’impegno professionale di quello che viene considerato come uno dei massimi esponenti della corrente architettonica dell’hi-tech.

"Dovendo definire Richard direi che era elegant, nel senso inglese del termine", ha detto di lui ieri l’amico Renzo Piano, che ne ha ricordato l’origine italiana (era nato a Firenze da una famiglia inglese trapiantata in Italia che poi tornò a Londra quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale) ma anche l’anima "profondamente mediterranea".

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