Giovedì 18 Aprile 2024

Cyberbullismo, cosa fanno i genitori?

Secondo un'indagine, i genitori italiani sono consapevoli dei pericoli che i figli potrebbero incontrare sul web, ma il 14% permette loro di accedere a internet prima dei sei anni

I pericoli in rete aumentano con il boom dei social - Foto: Ammentorp Photography / Alamy

I pericoli in rete aumentano con il boom dei social - Foto: Ammentorp Photography / Alamy

Con la diffusione del web e dei social, le mamme e i papà del nuovo millennio devono proteggere i figli da pericoli che fino a pochi anni fa erano difficili anche solo da immaginare: cyberbullismo, truffe online, violazioni di dati personali e molto altro ancora. Una ricerca di Norton By Simantec, che ha approfondito l’argomento, ha mostrato una panoramica del rapporto tra i genitori italiani e la sicurezza in rete dei loro bambini, con risultati molto interessanti. CYBERBULLISMO E APP POCO EDUCATIVE Il sondaggio è stato condotto su circa 21mila consumatori in occasione del Safer Internet Day, in programma il 7 febbraio. Osservando i dati raccolti nel Norton Cyber Security Insights Report, il 91% dei genitori italiani inserisce la sicurezza online dei figli tra le priorità assolute. Le motivazioni sono molteplici: la presenza di bulli (il 67% delle mamme e dei papà ha questo timore) e malintenzionati (64%), la possibilità di scaricare programmi poco educativi (68%) e il rischio di rendere pubbliche troppe informazioni riservate (72%), che in qualche modo potrebbero compromettere il futuro professionale dei figli o la privacy dell’intero nucleo familiare. LIMITARE L’ACCESSO A INTERNET La prudenza delle famiglie sta andando di pari passo con il boom dei social network, visto che l’81% dei genitori pensa che le minacce in rete siano molto più numerose oggi rispetto a cinque anni fa. Per proteggere i figli, mamma e papà intervengono con limitazioni nell’accesso a internet (il 41% ha questa abitudine) o controlli diretti durante la navigazione (36%). Tali aspetti sono molto importanti e delicati, perché il bambino decide spesso di non parlare di violenze subite in rete “per paura di perdere l'accesso a internet oppure di azioni da parte dei genitori che potrebbero metterlo in imbarazzo o in difficoltà”, ha spiegato Ida Setti, Territory Manager, Norton Business Unit, Sud Europa. LA COMUNICAZIONE GENITORI-FIGLI Numeri alla mano, il 14% dei papà e delle mamme consente ai figli un libero accesso al web prima dei sei anni; quasi un genitore su dieci, inoltre, non fa assolutamente nulla per proteggere i bambini dai rischi della rete. Diversi paesi europei, a differenza nostra, sotto questo punto di vista sono ben più rigorosi: il 20% dei genitori tedeschi e il 17% di quelli francesi, infatti, vietano internet ai più piccoli. Ma secondo Ida Setti, la soluzione non è necessariamente questa: “incoraggiamo i genitori a stabilire in famiglia delle regole sull’uso di internet, principalmente basate sull’età, e a parlare con i propri figli delle esperienze che fanno online”. La comunicazione genitori-figli, quindi, diventa fondamentale anche per la sicurezza in rete.
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