Mercoledì 24 Aprile 2024

Cremonini reinventa il suo show. "Poesia e sensualità, alla Fellini"

Ieri sera il debutto a Roma del ciclo di concerti nei palasport, con pianeti e animali gonfiabili

Il più grande spettacolo dopo il Big Bang. Nella cosmologia delle canzoni di Cesare Cremonini lo show portato al debutto ieri sera al Palasport di Roma, dopo la data zero di sabato a Mantova, è un universo in espansione con le sue lune e i suoi pianeti. E poco importa che gli astri in orbita sopra la testa del pubblico (grazie a una sofisticata tecnologia tedesca che è la stessa dei droni dei Muse e del celeberrimo maiale di Roger Waters) siano gonfiabili, perché l’euforia che sanno scatenare a contatto col magico repertorio del cantautore bolognese è assolutamente autentica.

Cesare Cremonini, 42 anni, sarà in concerto a novembre a Bologna e Milano
Cesare Cremonini, 42 anni, sarà in concerto a novembre a Bologna e Milano

"Ogni volta voglio che il pubblico di un mio spettacolo pensi di avere di fronte il miglior performer del suo tempo" dice Cremonini, rimanendo serio. "Tanto per innovazione che per biglietti venduti, quella del live italiano è un’industria estremamente competitiva. E io non mi stanco di cercare nuove strade per coinvolgere lo spettatore in esperienze nuove".

In scena pure a Bologna dal 7 all’11 novembre e a Milano dal 13 al 17, cosa cambia questo spettacolo rispetto alla liturgia estiva negli stadi?

"Per il 60% è lo show degli stadi rimodulato per i palasport e per il restante 40% qualcosa completamente nuovo, sia a livello scenografico che di performance. Il palasport consente di ribaltare il concetto di grande evento, che negli stadi aveva l’impatto di una festa e di un raduno, in qualcosa di più attuale e legato alla quotidianità. Credo che le scalette degli artisti non debbano essere solo uno stupendo karaoke, ma debbano riflettere una necessità di espressione che si confronta con la realtà che stiamo vivendo".

Vale a dire?

"Il messaggio, per esempio, di una canzone come Possibili scenari, che nel 2018 sembrava intuire una varietà di problemi, di difficoltà, di incertezze della nostra vita, risulta oggi ancora più forte. In repertorio ho metto pure Sardegna, che non è mai stato un singolo e non aveva mai fatto parte dei miei live, perché oggi mi consente di dire al pubblico cose più centrali di un tempo su quello che tutti stiamo vivendo".

In questo la tecnologia aiuta.

"Sì, oltre alla luna e al sole, ci sono dei gonfiabili a forma di animali che appartengono all’immaginario visivo del mio ultimo album, rendendo lo spettacolo molto più esperienziale del passato. In una canzone come Delfini, ad esempio, trasformerò il palasport in un acquario".

Più immersivo di così...

"Abbiamo pensato di far esplodere il palcoscenico per farlo diventare vivo. Un modo anche per andare incontro a un concetto di live del futuro. Nei palasport ho voluto teatralizzare il racconto degli stadi, perché le mie composizioni si portano dentro una narrazione cinematografica e potrebbero far parte di un musical, della colonna sonora di un film. Di solito scrivo le mie canzoni ‘vedendole’ e l’idea di poterle ‘rappresentare’ sul palco mi consente di aprire una porta importante, quella di una condivisione più profonda".

Che tipo di film è questo suo nuovo live?

"Il binomio tra la poesia e l’approccio sensuale, carnale, mi fa pensare a Fellini. E poi le mie canzoni si portano dietro onirismi che i gonfiabili da arena finiscono col moltiplicare. Lo spettatore guarda e spalanca gli occhi manifestando emozioni che prima non gli avevo mai letto in faccia".

Il film di queste canzoni “da vedere” a chi lo farebbe dirigere?

"Se Paolo Sorrentino venisse a vedere lo show, una volta sceso dal palco mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa".

 

 

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