Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, come la pandemia influenza i nostri sogni durante la notte

Incubi più ricorrenti e assurdi, soprattutto nelle donne: è quanto emerso da un nuovo studio sull’impatto della pandemia sui nostri sogni

Foto: Tero Vesalainen / iStock

Foto: Tero Vesalainen / iStock

Oltre a influenzare la vita diurna, la pandemia ha anche modificato i nostri sogni notturni. Se avete la sensazione di fare, in maniera molto più ricorrente rispetto a prima del Covid, incubi strani, spaventosi e privi di senso, è assolutamente normale. A confermarlo è uno studio sui sogni “ai tempi del Coronavirus” condotto da un esperto in materia: il dottor Deirdre Barrett, professore dell’Harvard Medical School che in passato aveva approfondito come è cambiato il nostro modo di sognare durante periodi particolarmente traumatici (dopo l’11 settembre, ad esempio).

La differenza tra i sogni prima e durante il Coronavirus 

Barrett ha condotto un ampio sondaggio online dal 23 marzo al 15 luglio, domandando agli oltre 2800 partecipanti di descrivere i loro sogni (quelli ancora nitidi) prima e durante la pandemia da Coronavirus. L’autore dello studio ha ricavato le informazioni su circa 9mila sogni, e a quel punto ha utilizzato un software di analisi testuale per esaminare i contenuti e catalogarli in: emozioni positive, emozioni negative, rabbia, ansia, tristezza, salute o morte. Questi dati sono poi stati confrontati con i sogni fatti dai soggetti prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria.

Sogni che riflettono i caratteri astratti del virus

Dai risultati, pubblicati sulla rivista Dreaming, è emerso che i sogni di quasi tutti i partecipanti seguivano un filo conduttore: riflettevano il fatto che il virus è un nemico invisibile che non si può né vedere né toccare, e anche per questo ancora più insidioso. Barrett, infatti, ha spiegato che tantissimi soggetti hanno sognato attacchi da parte di insetti giganti o di mostri mai visti nella vita vera: cose che, stando alle risposte al sondaggio, non erano mai apparse nei loro incubi pre-Covid. In generale, osserva Barrett, i sogni si sono rivelati più strani e privi di senso: "Ho guardato il mio stomaco e ho visto strisce blu scuro. Pensavo che quelli fossero i segni dell’infezione da Coronavirus”, ha scritto un soggetto. “Ero un anticorpo gigante e arrabbiatissimo per via del Covid-19, e avevo dei superpoteri. Così mi sono scatenato attaccando tutto il virus che ho trovato. Mi sono svegliato così eccitato!”, ha confessato un altro partecipante. Tutto questo è stato ovviamente causato dagli alti livelli di stress dovuti alla pandemia.

Le donne stanno facendo più incubi?

La ricerca ha inoltre mostrato che, rispetto agli uomini, gli incubi delle donne riflettevano maggiormente emozioni negative quali ansia, tristezza, rabbia e paura della morte. La pandemia, dunque, pare stia avendo un impatto minore sui sogni degli uomini. Il prossimo passo dei sondaggi di Barrett sarà quello di concentrarsi non solo sulle differenze di genere, ma su quelle geografiche. In questo modo capirà se chi abita nelle aree più colpite dal virus tende a fare sogni più o meno brutti.

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