Martedì 23 Aprile 2024

Con Ozon l’eutanasia sulla Croisette

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E a Cannes irrompe il tema dell’eutanasia, con il film (in concorso) Tout s’est bien passé di François Ozon, in cui Sophie Marceau interpreta il ruolo di una figlia cinquantenne a cui il padre malato chiede di aiutarlo a morire. Il film è tratto dal romanzo Tutto è andato bene, l’autobiografia scritta da Emmanuèle Bernheim prima di morire, storia che aveva dato origine anche al documentario, presentato a Cannes nel 2019, Living and Knowing You’re Alive. Il tema delicato dell’eutanasia era stato toccato anche da altri grandi film, da Il mare dentro di Amenabar a Bella addormentata di Bellocchio.

Ozon lo racconta in modo volutamente dimesso, mostra la banalità del dolore, nei particolari: la barba mal rasata del padre, interpretato da André Dussollier, dopo l’ictus; il suo tramezzino mangiato a metà, che la figlia Sophie Marceau non riesce a buttare nella spazzatura, perché conserva l’ "impronta" del morso del padre. Il racconto è semplice, realistico, quasi modesto. Ma il grido del padre alla figlia sembra, proprio per questo, stagliarsi con ancora maggior forza: "Voglio che mi aiuti a farla finita, hai capito?". Il tema si intreccia con quello dell’inevitabile declino dei genitori, del confronto con l’idea della loro morte, sulla negazione della mortalità umana che tutti, nella nostra vita, pratichiamo.

g.b.

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