In gara con sé stessa. La rifondazione di Giorgia inizia stasera dall’Ariston con una parola d’ordine decisa e preziosa: "volemose bene". Lei, l’ugola più amata dagli italiani, lo ricorda con un sorriso parlando della rinascita che accompagna questa sua rentrée festivaliera con Parole dette male. Sei anni fa era tornata, infatti, nei panni di superospite, nel 2008 pure, ma per trovarla in gara, seconda dietro a quella Elisa che prende per mano venerdì nella serata dei duetti, bisogna risalire al 2001. Giorgia dice che a convincerla a tornare sono stati Elisa e Amadeus. "Avere visto Elisa l’anno scorso mi ha dato la spinta. E Ama mi ha fatto pensare che tornare è un atto di vicinanza verso il pubblico, un rimettersi in gioco, e questo palco ha in sé un pezzo della mia vita, anche personale, perché ogni volta che vieni qui ti trasformi. E io passati 51 anni, dopo gli anni di isolamento che abbiamo trascorso, ho sentito il bisogno di risorgere, anche dal punto di vista creativo, e questo è il posto giusto". Parole dette male racconta la capacità "di sapere lasciare". "Di capire che ci sono momenti della vita che sono stati vissuti e sono finiti e che bisogna smettere di vivere nel passato per vedere quello che c’è davanti senza paura di quello che non è più". Qualcuno dietro il brano ha visto il ricordo di Alex Baroni, l’ex fidanzato scomparso 21 anni fa in un incidente stradale. "Non avendola scritta io, la canzone non è nata per lui" puntualizza la cantante romana. "Di sicuro, è qualcosa che nell’interpretazione ho fatto mia. Anche perché negli anni, purtroppo, ho sperimentato più volte il dolore della perdita. È un brano emozionante, ma Sanremo è la scuola perfetta per imparare a vivere le emozioni", dice con quella sua spontaneità da eterna ragazza aggiungendo che "la sfida maggiore qui è con me stessa, anche se l’età ti dà un minimo di leggerezza. Il tempo toglie, ma ti dà anche". A. Spi.
