Giovedì 18 Aprile 2024

Com’è difficile essere minoranza Il sogno di sfuggire al tran tran

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Rodolfo è un barbiere della Bassa ferrarese, è sposato con Norma: parcheggiare davanti casa della donna era facile, e ciò aveva favorito la relazione. Conduce una vita normale, ha un figlio, clienti affezionati. Una mattina di novembre si sente soffocare: sa di essere come tanti altri, avverte di essere condannato ad affogare in un mare d’uguaglianza. Per sopravvivere dovrà sfuggire a questa mortifera “maggioranza”. Deve diventare “minoranza”. Ma come fare? Prova con le lingue. Studia l’esperanto. Trascorre le serate esercitandosi con parole e frasi incomprensibili. Su internet incontra Igor, esperantista anche lui, e conversa. Capisce così che da soli non si può essere minoranza. Bisogna far gruppo con altri, creare proseliti: apre una sorta di scuola, ma i compaesani lo prendono per matto.

Depresso, decide di cercare la singolarità nella religione. E si converte all’ebraismo. Digiuna, legge i libri sacri, va nella sinagoga di Ferrara, ma lo sbattono fuori. Un nuovo insuccesso. Prova allora la strada dell’invalidità fisica. Trascina un piede, ma a furia di zoppicare gli fa male anche l’altra gamba. Presto comprende che anche l’invalidità gli è preclusa. Di delusione in delusione, escogita un’altra strada verso la “minoranza”: diventerà omosessuale. Il seguito è spassoso, ma non lo racconto per non guastare la sorpresa. Il libro, divertente, ironizza con gusto su questioni delicate della nostra vita.

Giuseppina La Face

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